Grattacielo, nuovo “impasse”. La ditta non risponde

Chiamata dal Comune a chiudere i lavori per passare il collaudo la ditta costruttrice dei nuovi alloggi non ha risposto. L'Amministrazione cerca un'altra società che possa farli, mentre cresce la rabbia degli inquilini del vecchio palazzo.
Società

Ad un passo dal traguardo, l’intoppo. E mentre le temperature autunnali scendono, si alza quella tra gli inquilini del “grattacielo” Quartiere Cogne, ad Aosta. Il Sindaco Fulvio Centoz l’aveva ripetuto come un mantra: “Gli inquilini non passeranno un altro inverno lì dentro”, ma l’obiettivo di fare entrare le 57 famiglie dell’edificio nei nuovi alloggi a loro destinati dietro il Cral Cogne – il cosiddetto “Contratto di Quartiere I” – si complica.

Dopo il collaudo negativo, che aveva fatto infuriare gli abitanti del palazzo all’ultima riunione organizzata con il Comune, ed i 32mila euro stanziati dalla giunta per chiudere rapidamente i lavori ai quadri elettrici e per la pressione dell’acqua agli ultimi piani dei nuovi edifici – motivo del “no” durante il collaudo – arriva ora un’altra tegola.

Per comodità, e per accorciare i tempi, il Comune ha chiesto alla stessa ditta di fare questi ultimissimi lavori, calcolati in una decina di giorni. Ditta che, però, non ha mai risposto alla chiamata.

La corsa alla chiusura della pratica

A spiegarlo è lo stesso Primo cittadino: “Ufficialmente non ci hanno mai dato nessuna risposta – spiega Centoz –, ma noi dobbiamo andare avanti, non possiamo stare fermi. Oggi abbiamo fatto partire una lettera con la quale ordiniamo alla ditta di accendere il riscaldamento nei nuovi alloggi, almeno in modalità antigelo, per non compromettere la struttura”.

E sulla chiusura del collaudo? “Dobbiamo fare questi lavori – prosegue il Sindaco –, gli Uffici sono già in contatto con altre ditte. Quando avremo individuato la ditta i lavori dureranno una decina di giorni

I problemi con la ditta

“Adesso come adesso – spiega ancora Centoz – non si riesce neanche a risolvere il contratto con la ditta perché i lavori sono finiti un anno fa, non c’è più nulla da fare. Il problema è quello: i lavori nei nuovi alloggi sono finiti il 30 novembre scorso e non siamo riusciti a chiudere un collaudo, con la ditta che ha centellinato fino all’ultimo la consegna dei documenti dovuti”.

Un decreto d’urgenza?

Una soluzione potrebbe essere sgomberare il grattacielo e trovare un’altra sistemazione – temporanea – agli abitanti. Il Sindaco però rifiuta l’ipotesi: “Posso fare un decreto di sgombero anche domani, a parte che ci va una perizia che lo giustifichi. Posso andare anche domattina a cambiare gli indirizzo e cercare altri 40 alloggi Erp nel quartiere per spostare gli abitanti da lì. Il problema è che non so se questa sia la soluzione che vogliono loro, perché vogliono giustamente andare nei nuovi alloggi che sono stati promessi loro”.

Senza contare il disagio, non solo fisico: “Lì abitano persone che hanno una certa età, abitano disabili – spiega Centoz –, sottoporli a due traslochi in un anno sarebbe un disastro per loro, che giustamente si sentirebbero anche presi in giro”.

L’esasperazione degli abitanti del grattacielo

Dall’altra parte, nel grattacielo, la misura è colma. E il maltempo di questi giorni aumenta il disagio tra gli inquilini del grattacielo, soprattutto quello “alto”.

Esasperazione che porterà, la certezza si avrà dopo un incontro in serata, ad una “manifestazione” la prossima settimana, e che ha già portato ad un altro tentativo: “La conclusione – spiegano i rappresentanti degli abitanti – è che non entreremo nelle case, la ditta non ha risposto. Questa mattina abbiamo presentato la cosa alla Presidente Spelgatti, e consegnato questa denuncia. Chiediamo di intervenire, che si possa fare qualcosa. Possibile che siamo, 57 famiglie, in mano ad una ditta sconosciuta di Napoli? Possibile non ci sia una Regione, uno Stato che possa fare qualcosa?”.

L’inverno, il maltempo ed i primi problemi della struttura

Intanto la pioggia di questi giorni ha cominciato a portare problemi nel grattacielo: “Le scale sono allagate – spiegano ancora gli inquilini –, un ascensore solo è funzionante, ci sono invalidi che a malapena entrano nell’ascensore. Ci sono poi alloggi vuoti con gente che ci viene a dormire, belli riscaldati perché il riscaldamento funziona solo se tenuto al massimo. La situazione ingestibile, ci stiamo ammalando e intanto siamo a novembre”.

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