‘Ndrangheta in VdA, il Consiglio regionale prende le distanze

Approvata all'unanimità dal Consiglio regionale una mozione che esprime "preoccupazione per i fatti e censura l’adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani".
Consiglio Regionale Emily Rini
Politica

Dopo la sospensione di questa mattina, il Consiglio Valle è ripreso nel tardo pomeriggio di oggi approvando all’unanimità (33 voti favorevoli) una mozione sull’operazione “Geenna”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Torino.

Il testo prende le mosse da una mozione iscritta all’ordine del giorno dal gruppo Mouv’ e legata a notizie di stampa su presunti voti di scambio avvenuti in Valle d’Aosta e fuori dalla nostra regione.

Con l’iniziativa, riscritta dalla conferenza dei capigruppo, l’Assemblea regionale “esprime la propria fiducia e della comunità valdostana nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata anche a tutela della credibilità e dell’onorabilità delle istituzioni valdostane”.

La mozione ribadisce poi “l’assoluta convinzione che la società civile, il mondo economico e le istituzioni valdostane debbano essere immuni da infiltrazioni criminali e per questo debbano esser adottate tutte le misure necessarie per contrastare qualsiasi tentativo di condizionamento esterno a tutela della legalità dell’attività amministrativa e politica a tutti i livelli”. Infine il testo esprime “preoccupazione per i fatti e censura l’adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani”.

Oltre 3 ore di dibattito

“Non dobbiamo mai dimenticare che una cosa che tocca uno di noi, tocca tutti” apre il balletto delle dichiarazioni il Consigliere di Mouv’, Roberto Cognetta “Tocca il Consiglio. Ed è difficile motivare alle persone che tu non sei come gli altri o come gli altri partiti.”

Alberto Bertin di Rete Civica ribadisce la necessità di “una presa di coscienza da parte di tutta la società valdostana, in primis da parte della politica, che deve essere in grado di prendere chiaramente le distanze da questo fenomeno, anche a costo di perdere voti”. L’ex collega di movimento, Daria Pulz invita la politica “ad agire sin da subito, blindando il voto centralizzato e liberando definitivamente la massima Istituzione politica valdostana da tutte le forme di corruzione.”.

Sulla riforma della legge elettorale interviene Patrizia Morelli di Alpe che difende la proposta del voto elettronico “una opportunità che va valutata senza disperdere la preferenza unica e lo spoglio centralizzato”.

Dai banchi del M5S, la consigliera Manuela Nasso rivendica le origini calabresi e ricorda come “la Calabria è sì una terra stuprata dalle organizzazioni criminali, ma la Calabria è soprattutto altro”.

Duro l’intervento della Lega. “Una giornata che passerà alla storia – scandisce il capogruppo Andrea Manfrin –  oggi si è aperto un vaso di Pandora, mi auguro che se ne aprano degli altri e che si faccia luce su tutta la vicenda”. Mentre l’ex Presidente della Regione parla di fatti noti a tutti i valdostani. “Quale valdostano può dire di non sapere che da anni i politici ricevono voti in cambio di favori?”.

Parole che scatenano le reazioni della maggioranza, con il capogruppo di Stella Alpina Pierluigi Marquis “È doveroso parlare in quest’Aula dell’argomento, ma non si può fare di tutt’erba un fascio. Da valdostano, non posso condividere l’affermazione che tutta la Valle d’Aosta sia marcia, malata”. Sulla stessa linea anche Alessandro Nogara di Uvp: “Generalizzare fa male e dà fastidio, soprattutto a chi si impegna quotidianamente in questo Consiglio. C’è la volontà di lavorare sempre onestamente e nel miglior modo possibile.”.

Stempera i toni il capogruppo Uv, Luca Bianchi: “L’indagine in corso è stata denominata Geenna, ovvero “discarica”: io resto fermamente a favore della differenziata.”

Infine il Presidente della Regione Antonio Fosson, parlando di “una giornata molto difficile perché sapere che ci sono delle infiltrazioni mafiose in Valle ci rende molto tristi”, non esclude il ritorno alle urne. “Se a 17 non riusciamo a governare ce ne andiamo subito. Noi siamo qui per lavorare e non facciamo campagna acquisti”.

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