Contrasto all’azzardopatia, una mattinata di audizioni

La V Commissione ha ascoltato una serie di soggetti sulla legge regionale che regola il gioco d'azzardo. Curioso il caso della Finanza: le telefonate arrivano dai giocatori che trovano le macchinette spente.
Politica

Il numero delle persone audite oggi in Regione, durante i lavori della V Commissione – Questore, Comandante della Polizia locale, della Guardia di Finanza, rappresentanti dei consumatori e delle attività commerciali e di associazioni – spiega quanto il tema, la legge regionale di contrasto all’azzardopatia sia complesso.

Un “ginepraio” da qualsiasi punto di vista lo si guardi, dall’attuazione della norma fino alle opportunità lavorative, alle questioni legate alla Salute pubblico o addirittura, “semplicemente”, etiche.

Scelto il relatore della legge, che la presenterà in Consiglio, Augusto Rollandin, dagli invitati al tavolo regionale emergono inevitabilmente posizioni diverse per un lavoro che si prospetta lungo e faticoso.

L’occhio delle Forze dell’ordine, le segnalazioni alla Finanza arrivano dai giocatori

Se con il Comandante della Polizia locale Fabio Fiore il discorso è stato più tecnico, cercando di capire materialmente come far rispettare – e come vengono calcolate – le distanze previste dalla legge che vieta le attività delle sale da gioco in un raggio di 500 metri dai “luoghi sensibili”, con la Fiamme Gialle il discorso è andato più a fondo.

Una sintesi dell’audizione la fa il comandante Raffaele Ditroia: “Abbiamo parlato dei controlli della Guardia di Finanza – spiega – e delle irregolarità che abbiamo riscontrato, soprattutto sul mancato rispetto degli orari di chiusura. Il consuntivo del 2018, per noi, parla di 31 controlli generali che hanno portato a 7 verbalizzazioni su tutto il territorio valdostano, poco meno di un quarto”.

Caso bizzarro, invece, quello delle segnalazioni: “La cosa particolare – prosegue – è che molte tra le telefonate che riceviamo non arrivano dagli esercenti ma dai giocatori che lamentano la chiusura degli esercizi o le macchinette spente”.

La paura della perdita dei posti di lavoro

“Siamo d’accordissimo sul fatto che il fenomeno del gioco d’azzardo sia da arginare e che sia un problema sociale che colpisce soprattutto i giovani e i meno abbienti – ha spiegato invece Sara Villanova, Federconsumatori Valle d’Aosta – ma non bisogna dimenticare che dietro queste attività ci sono dei lavoratori. Auspichiamo che il lavoro possa limitare il problema del gioco, ma chiediamo di pensare alle ripercussioni e sembra che la Regione voglia trovare una soluzione”.

Meno ottimista è invece il Presidente di Confcommercio VdA Graziano Dominidiato: “Ciò che è avvenuto è stato ‘intempestivo’ – dice – perché la legge determinava tempi ben precisi, ovvero il 2020 e 2023, per l’entrata in vigore della legge. Se si fosse fatta un po’ più di mediazione il trauma sarebbe stato inferiore”.

Trauma che in Confcommercio si è sentito: “I nostri associati sono preoccupati – prosegue Dominidiato, che in tempi non sospetti si era già espresso sul tema -, il calo delle unità lavorative ci sarà sia tra i dipendenti sia tar chi noleggia i macchinari. Il problema sociale c’è, e ci sono i rischi che così non si fermi spingendo il gioco online, in mano a società che non hanno sede in Italia, alle stelle”.

E conferma i dati divulgati di recente dalla Federazione italiana tabaccai: “Sì, la stima di 200/250 posti di lavoro in meno in Valle d’Aosta è credibile”.

L’azzardo crea lavoro, ma lo fa anche perdere

Soddisfatto per questa legge Bruno Trentin, Presidente dell’associazione “Mi Ripiglio Sos Gioco d’azzardo”: “Le prime parole che ho detto in Commissione sono state ‘complimenti’ e ‘finalmente’ – spiega -. Siamo assolutamente d’accordo con questa legge, ma abbiamo chiesto più controlli sia sulle reazioni dei gestori che tengono aperto, sia sui giocatori minorenni che giocano in molti luoghi fisici”.

Anche sulla questione “lavoro” Trentin ha le idee chiare: “Sicuramente si perderanno dei posti nelle sale gioco e nei locali dedicati – spiega ancora il Presidente di “Mi Ripiglio” – e ovviamente ci dispiace molto. Quanti sono però gli azzardopatici che perdono il lavoro in Valle d’Aosta? Sono intorno a 150 l’anno, e questo senza contare il ‘sommerso’”.

Oltre ai numeri del lavoro il problema è anche quello del “costo sociale”: “Con i risparmi di chi gioca si potrebbero pagare gli stipendi – chiude Trentin – se contiamo che il ciclo di sei mesi di cura, e i dati sono direttamente del Ser.D, ci parla di una spesa di 100mila euro l’anno a testa per curare gli azzardopatici”.

Comandante Ditroia - Commissione
Il comandante Raffaele Ditroia in V Commissione

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