Casinò, arriva il dietrofront: sì bipartisan a nuovi aiuti

La maggioranza perde Ferrero e Cognetta che abbandonano Palazzo regionale. La risoluzione che fa proprie alcune delle linee guida di risanamento redatte da Deloitte passa grazie a Uv e Uvp.
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Politica

I soldi alla Casa da gioco di Saint-Vincent alla fine arriveranno. Alle 18 di ieri, dopo tre ore di confronto con i tecnici della Regione e la governance del Casinò, si arriva ad un accordo sulla linea da seguire per salvare la casa da gioco di Saint-Vincent.

La risoluzione, presentata mercoledì da Alpe, Stella Alpina e Rini, viene in alcuni passaggi riformulata e sottoscritta da 16 consiglieri di maggioranza a cui si aggiungono i consiglieri di Uv e Uvp.

Una  decisione che porta i due consiglieri di Mouv’, Stefano Ferrero e Roberto Cognetta, contrari a nuove iniezioni di denaro pubblico nelle casse della Casa da gioco, ad abbandonare piazza Deffeyes. A lasciare il primo piano di palazzo regionale è anche la dirigente Stefania Magro (“Non finirà mai” si lascia sfuggire con un’espressione fra il deluso e l’arrabbiato). “Non si è in grado di comprendere l’utilità di un ulteriore versamento nelle casse del Casinò”, aveva evidenziato assieme al collega Valter Mombelli nelle osservazioni alla IV relazione di controllo sul piano di risanamento.

La Lega, che in queste settimane, con l’Assessore regionale alle Finanze Aggravi, si era detta contraria all’erogazione della tranche da 6 milioni di euro, ritorna sui propri passi. “Dietrofront radicale” lo definirà nel lungo dibattito della serata la consigliera Emily Rini che tuttavia ringrazia l’Assessore e la Presidente, “solo gli stolti non cambiano idea”.

La risoluzione fa sue alcune delle azioni previste dalle linee guida del piano di risanamento redatte da Deloitte (ricapitalizzazione 5 mln, garanzia fideiussoria di 7,2 mln, 40 nuove uscite, incentivate, di lavoratori e sospensione dei rientri verso Finaosta).  Il testo impegna, quindi, l’Assessore “ad approvare il bilancio 2017 della Casinò de la Vallée Spa nel corso della prossima assemblea societaria”. Dopo lo slittamento di ieri una nuova convocazione è prevista entro il 9 di ottobre.

Il Governo regionale dovrà inoltre “predisporre, entro 15 giorni dall’acquisizione dell’aggiornamento del Piano industriale, l’iter amministrativo di approvazione della relativa legge a sostegno, nella prospettiva di ridurre ulteriormente il costo del personale e altri costi; valutare la ridefinizione della posizione debitoria dell’Azienda; effettuare il trasferimento finanziario necessario e attivare la garanzia a sostegno di nuovi affidamenti bancari per l’attuazione del piano aggiornato, non oltre i limiti finanziari previsti dalla legge regionale 7/2017”.  Infine la risoluzione impegna il governo a valutare la fattibilità di misure di reintestazione al socio Regione del patrimonio immobiliare, entro il 30 novembre 2018.

Le larghe intese vedono quindi alla fine l’iniziativa passare con 26 voti a favore, 6 contrari (M5S, Minelli e Pulz di Impegno Civico), astenuto Bertin.

Esultano nella lunga discussione, quasi quattro ore, Alpe, Stella Alpina e Rini che ringraziano i colleghi di Uv e Uvp.  Pierluigi Marquis di Stella Alpina sottolinea come senza l’approvazione dell’iniziativa: “forse i libri contabili sarebbero stati portati in tribunale domani mattina”.

Sul fronte politico è Albert Chatrian di Alpe a dire come “la maggioranza non esista più, da domani si apre la riflessione politica”.

Riflessione che troverà sicuramente i gruppi di Uv e Uvp, il cui voto è stato determinante per l’approvazione della risoluzione. “La forza delle posizioni autonomiste è riemersa con vigore e credibilità” ricorda Renzo Testolin (Uv). “Avete ereditato una Valle d’Aosta solida, ma in pochi mesi state rischiando di distruggerne buona parte” scandisce Laurent Viérin (Uvp). A criticare la soluzione trovata in extremis è Luciano Mossa del M5S: “Oggi qualcuno in quest’aula cerca solo di ritardare la fine della Casa da gioco”. Per Alberto Bertin di Impegno Civico: “La casa da gioco non va fatta fallire, ma ciò deve avvenire senza immettere ulteriori risorse pubbliche”.

Fra i banchi della Lega, l’unico ad alzarsi, cercando di spiegare l’incomprensibile, è Luca Distort: “La risoluzione, così come è emendata, non è un cambiamento d’idea: è una sintesi di elementi politici e tecnici per mantenere coerenza ad una posizione che ha alla base un concetto condiviso nella nostra forza politica: la responsabilità”.

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