Aosta, è scontro aperto in maggioranza. In arrivo il Consiglio comunale “dei lunghi coltelli”

Tanta carne al fuoco - 47 i punti in ordine del giorno - e tante le insidie per il governo Centoz che, oltre alle mozioni dell'opposizione si troverà a fronteggiare tutta una serie di attacchi dall'interno che rischiano di trovare "larghe intese" in aula.
Il Consiglio comunale di Aosta
Politica

Maggioranze variabili, “niveaux différents”, maggioranze che diventano minoranze ed una tensione che si taglia con il coltello. Questo è l'antipasto di quanto arriverà la settimana prossima, la convocazione è per mercoledì 26 e giovedì 27 luglio, in Consiglio comunale ad Aosta. Un'adunanza che vede la cifra 'monstre' di 47 punti all'ordine del giorno, con il Sindaco Centoz che si troverà davanti una serie di atti molto pericolosi per la 'stabilità' che ha, a più riprese, invocato.

Tanta la carne al fuoco e tante le insidie per la maggioranza che, oltre alle mozioni dell'opposizione si troverà a fronteggiare tutta una serie di 'attacchi dall'interno' che rischiano di trovare 'larghe intese' anche tra consiglieri, sulla carta, molto distanti tra di loro.

Tra gli atti spicca un ordine del giorno – intitolato esplicitamente “Stabilità amministrativa: una questione di coerenza” – firmato dal capogruppo Epav Luca Girasole e da Vincenzo Caminiti (Uv), che dalla maggioranza spara sulla giunta a chiare lettere, impegnandone i membri a dichiarare pubblicamente che non si candideranno alle prossime elezioni regionali, garantendo fino al 2020 il loro indispensabile impegno per la città di Aosta, in segno di coerenza e di rispetto nei confronti del mandato ricevuto dai cittadini aostani a maggio 2015”. Il secondo punto non è più morbido e chiede, in caso contrario di “rassegnare le proprie dimissioni dal ruolo ricoperto nell’attuale Giunta Municipale entro 3 mesi dalla data di svolgimento delle Elezioni regionali, e successivamente a scusarsi pubblicamente con tutti i cittadini aostani che vedranno così venir meno la stabilità amministrativa del Comune di Aosta a causa della loro incoerenza politica”.

Meno preoccupante, anche se la maggioranza rischia di andare prevedibilmente sotto è la mozione (sempre di Girasole e Caminiti, con l'aggiunta di Sara Dosio, Epav) “Giardinetti pubblici o privati?”. Qui la richiesta è quella di impedire la realizzazione della recinzione del Parco della Stazione ventilata nelle scorse settimane.

Maggioranza che punta il dito anche sui suoi medesimi ritardi, con l'ordine del giorno “Un bilancio per la crescita della città” firmato trasversalmente dagli unionisti Cristina Galassi e Nicola Prettico in coabitazione ancora con Girasole e Dosio, ai quali si aggiunge un altro blocchetto di maggioranza, ovvero Antonio Crea del Psi. Sul documento si stigmatizzano – i fari sono puntati su Carlo Marzi – i “ritardi con i quali sono stati approvati i previsionali 2016 e 2017, nonché il rendiconto 2017”, chiedendo che la giunta presenti “il prossimo bilancio previsionale al massimo entro il mese di gennaio 2018” ed il rendiconto “al massimo entro il mese di aprile 2018”.

L'opposizione, di suo, non sta certo a guardare il 'Consiglio dei lunghi coltelli' tra (ex?) alleati di governo, con la Lega Nord si chiede di chiarire “una volta per tutte, se effettivamente questa maggioranza e questa Giunta sono quelle che intendono governare Aosta fino al 2020 oppure se interverranno delle modifiche” visto che lo scontro politico post-ribaltone regionale “sta alimentando, ormai da mesi, una immobilità istituzionale, o quantomeno una semi paralisi, dovute a scontri tutti interni alla maggioranza”.

Sempre la Lega, ma assieme ad Altra VdA, MoVimento 5 Stelle ed Étienne Andrione chiede la testa di Carlo Marzi, ma punta sulle sue deleghe di assessore allo Sport visto il “progressivo deterioramento del patrimonio sportivo del nostro Comune, sia sotto il profilo degli impianti, sia sotto quello delle attività”, con il dito puntato sulla gestione di casi come il Palaindoor, i campi di Montfleury, tra gli altri.

Di suo, il Sindaco Fulvio Centoz fa spallucce, ma si prepara alla battaglia consiliare: “Se si vuole mandare a casa questa maggioranza – ha spiegato – i mezzi ci sono, serve una mozione di sfiducia, lo dico da mesi. Questi sono tutti atti che mettono la maggioranza in 'fibrillazione', ma queste tensioni ci sono sin da inizio consiliatura, lo sapevamo. Sapevamo anche che il 'ribaltone' avrebbe reso la situazione più nervosa, e sarà così fino alle elezioni regionali, sperando che dopo ci si potrà stabilizzare”.

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