Condanne per oltre dodici anni a cinque “passeur”

Erano stati arrestati assieme ad un sesto individuo, assolto per non aver commesso il fatto, nello scorso marzo al traforo del Monte Bianco. Il pm Menichetti contestava loro il tentativo di trasportare illegalmente una quindicina di persone.
Le Volanti sotto il Tribunale durante l'udienza.
Cronaca

Pene per un totale che supera i dodici anni sono state comminate dal Tribunale di Aosta, nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 26 settembre, a cinque giovani nord-africani, finiti a processo per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Assieme ad un sesto individuo, assolto per non aver commesso il fatto, erano stati arrestati nello scorso marzo dalla Polizia di frontiera in servizio al traforo del Monte Bianco.

Le contestazioni mosse dal pm Eugenia Menichetti ai sei (tre tunisini e altrettanti egiziani, residenti tra il Nord Italia e la Francia) riguardavano almeno tre episodi, in cui avrebbero tentato di trasportare oltralpe una quindicina di persone senza documenti, anche minorenni, sia loro connazionali, sia pakistani, caricati a Milano. Dalle indagini erano emersi importanti collegamenti tra i fermati, dalle utenze telefoniche, alle auto utilizzate, alcune delle quali di proprietà della stessa persona.

Sulla base di tali risultanze investigative, l’accusa aveva richiesto pene significative, per complessivi quarantadue anni di carcere, assieme a multe per un milione e 950mila euro in tutto. Il collegio giudicante (composto dai magistrati Eugenio Gramola, Maurizio D’Abrusco e Paolo Romagnoli) ha tuttavia escluso un’aggravante specifica e l’ipotesi di concorso tra gli imputati, “ridimensionando” pertanto le singole condanne.

A Yasser El Sharkawi, 43 anni, sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi di carcere, assieme a 75 mila euro di multa. Stessa pena detentiva per ognuno (e 30mila euro di multa a testa) a Oualid Ghommidh (37), Hamza Chaffar (26), Hamza Rediki (27) e Mohamed Soliman Esayed Said (29). Assoluzione per non aver commesso il fatto per Soliman Mohamed Said (39). Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Viviane Bellot, Sonia Lucia Guastella, Giovanni Borney e Antonio Savio.

I giudici hanno inoltre disposto la commutazione della custodia cautelare in carcere nel regime di arresti domiciliari, con il permesso di recarsi al lavoro, per El Sharkawi. No alla revoca della misura cautelare, invece, per Soliman Elsayed Said Mohamed.

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