Al processo sul “crack” da 636mila euro, un testimone fa sbottare il pubblico ministero

La Procura accusa di bancarotta fraudolenta Gioacchino Cacciatore, 50enne aostano, per l'assenza di documentazione a supporto del passivo della società "Alma". L’ex ad dell'azienda: “la contabilità era in un pc, ma non avevo la password”.
Cronaca

“E’ francamente difficile da credere”. L’“affondo” del pm Luca Ceccanti arriva al termine della deposizione di uno dei testimoni del processo scaturito dal fallimento della società valdostana “Alma”. La ditta, nata a fine anni duemila ed attiva nel campo della carpenteria metallica, ha chiuso i battenti nel luglio 2013, con un passivo da oltre 636mila euro. Non è stata trovata però traccia della documentazione a supporto del deficit e la Procura accusa di bancarotta fraudolenta uno degli ex componenti del Consiglio d’amministrazione dell’azienda, Gioacchino Cacciatore, 50enne aostano.

In quel momento, dinanzi al Tribunale in composizione collegiale (presidente Anna Bonfilio, giudici a latere Paolo De Paola e Giuseppe De Filippo) sedeva l’allora amministratore delegato di “Alma”, Alessandro Virgilio, chiamato a comparire in veste di testimone, ma che in un precedente giudizio ha scelto di patteggiare per il “crack” della ditta. L’affermazione che fa sussultare il rappresentante dell’accusa è: “parte della contabilità della società veniva stampata, ma il resto era in un computer di cui però non conoscevo la password, la aveva l’impiegata”.

Uno dei due difensori dell’imputato (gli avvocati Marco Materi e Simone Rosazza Giangross del foro di Vercelli) incalza il teste, chiedendogli perché non se la fosse fatta rivelare, o comunque, a mali estremi, per quale motivo non avesse contattato un’azienda in grado di “hackerare” la macchina, così da recuperare la documentazione contabile (che peraltro avrebbe aiutato a spiegare il “buco” in cui è stata risucchiata l’“Alma”). La risposta è stata: “ho fatto tutto quello che potevo, forse non il massimo, ma quello che potevo sì”.

Parole dinanzi alle quali il pm Ceccanti ha inforcato un verbale che aveva dinanzi a sé: “nell’aprile 2014 è stato interrogato, non ha detto niente del computer e quattro anni dopo viene a raccontarci questa storia?”. Virgilio, che aveva aperto la sua comparizione ricordando di aver lasciato la Guardia di finanza, cui apparteneva, per fare l’imprenditore, si è limitato a dire: “in quel periodo volevo solo trovare una soluzione per uscire da quel momento”.

Nel rispondere ad un’altra domanda della difesa, il testimone ha sostenuto di aver scelto Cacciatore come membro del Consiglio d’amministrazione perché “era la persona giusta”. Alla richiesta di chiarire (“giusta in che senso, visto che non aveva esperienza nell’attività specifica della società?”), non è andato oltre a mettere l’accento sulla disponibilità economica del nuovo socio, caratteristica utile per migliorare la situazione di “Alma”.

Insomma, l’espressione che in aula nessuno pronuncia è “testa di legno”, ma lo scenario di un finanziatore senza esperienza nelle finalità aziendali, né ruoli operativi specifici, la lascia intravedere. La Procura è però convinta che Cacciatore non lo fosse, che abbia partecipato alla vita della società, prendendo parte anche a quelle che, secondo il capo d’imputazione, vista l’assenza di pezze giustificative per il passivo dal 2011 in avanti, hanno rappresentato vere e proprie distrazioni del patrimonio societario.

In particolare, l’accusa addebita all’imputato poco più di 13mila euro prelevati con assegni, ricondotti direttamente a lui. Di altri 225mila euro di prelievi, gli inquirenti (le indagini sono state sviluppate dalla Guardia di finanza) sono riusciti a ricostruire la modalità (sempre assegni), ma non il “percorso” del denaro prelevato. “Alma” è nota per aver realizzato, in associazione temporanea d’impresa con la “Valpetroli”, la stazione di servizio di via Roma, ad Aosta. La riapertura delle indagini sul fallimento era avvenuta da parte dall’allora procuratore capo facente funzione Giancarlo Avenati Bassi. L’udienza è stata aggiornata all’11 luglio.

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