Aosta, il matitone “Je suis Charlie” resta in piazza Narbonne

Bocciata in Consiglio comunale, dopo due ore di discussione, la mozione firmata Lega e Andrione per rimuovere la matita posta a simbolo dell'attacco alla redazione di Charlie Hebdo del gennaio 2015.
Politica

Due ore nette di discussione, dai massimi sistemi e ritorno passando per la libertà di espressione ed il diritto di critica, 'Cuore' e Forattini, ma la mozione 'Je ne suis pas Charlie' firmata dalla Lega Nord ed Andrione del Gruppo Misto non passa in Consiglio comunale.

La matitona, ricavata dall'albero di Natale di piazza Chanoux del 2015 e trasformata nel simbolo della libertà di espressione attuale, resterà lì in piazza Narbonne, e senza modifiche. Sì, perché la mozione originaria chiedeva di rimuoverla in seguito alle vignette pubblicate da Charlie Hebdo riguardo il terremoto in centro Italia del 24 agosto: “Non è una censura – ha spiegato Andrea Manfrin, Lega – ma l'espressione del sentimento della maggioranza dei cittadini. Dopo tragici fatti di Amatrice il giornale satirico Charlie Hebdo ha dedicato una vignetta rivoltante con le vittime italiane rappresentate come pasta e lasagne tra strati di macerie insanguinate”. Da qui la richiesta di rimozione: “Tutti ci eravamo però riconosciuti in quel simbolo – prosegue Manfrin – ma oggi non è più così, non è più un simbolo della lotta al terrorismo, non con quella scritta”.

A ruota Étienne Andrione, cofirmatario: “Charlie fa sistematicamente del male alle persone nel proprio cuore, lo fece già nel 2006 con attacchi non all'islamismo ma alle persone che credono, per fare male e non fanno che questo. Rivendico di essere contro il terrorismo, per la libertà di espressione e di satira, ma non mi identifico in quella scritta”.

Posizione opposta quella del Sindaco Fulvio Centoz, che lascia comunque libertà di coscienza alla sua maggioranza, in sede di voto: “Io per primo considero pesante e non felici le vignette sul terremoto, assolutamente criticabili. Quella matita però non è stata messa lì per Charlie Hebdo ma in occasione di quel tragico evento e rappresenta appieno la libertà di espressione e di stampa, cardini dell'Occidente”. Valutazione che convince anche parte della minoranza.

Nel frattempo la mozione si modifica, la proposta diventa altra: lasciare la 'matitona' togliendo la scritta 'Je suis Charlie' ed incidervi la data dell'attentato ed una scritta commemorativa rivolta alle vittime del terrorismo. L'aula, inevitabilmente si spacca, e cadono le differenze tra maggioranza e opposizione. La matita, comunque, resta lì, senza modifiche. Il Consiglio boccia la mozione con 11 voti favorevoli ( Manfrin, Andrione, gli assessori Antonella Marcoz, Andrea Paron, Valerio Lancerotto e Marco Sorbara, Sara Favre e Luca Zuccolotto dell’UV; Carlo Marzi, Delio Donzel e Jeannette Migliorin di Stella Alpina), 4 astenuti (Borre dell'UV, Girasole della Stella Alpina, Lamastra e Fedi di Alpe) e 10 contrari (Crea, Malacrinò e Verducci del PD/PSI, Prettico e Galassi dell'Union, Carpinello de l'Altra VdA, Sartore di Alpe ed il pentastellato Lotto).

La nota di colore la mette Luca Lotto, del MoVimento 5 Stelle: “Domani qualche vignettista potrebbe disegnare un mazzo di mimose infilato in qualche assessore – commenta 'pizzicando' Sorbara, invitato ieri da una operatrice socio-sanitaria presente in Consiglio a fare un uso più 'boccaccesco' dei fiori che dona alla Festa della donna – e perché rinunciare a questo?”.

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