Consiglio regionale, Rollandin non si dimette e la minoranza abbandona l’aula

E' durata circa un'ora la seduta del Consiglio regionale. "Noi continueremo a governare finché non c’è un’alternativa e l’alternativa c’è solo se qualcuno passa dall’altra parte se no voi non avete i numeri" ha scandito il Presidente.
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Politica

Un’ora di schermaglie e la seduta del Consiglio regionale si è chiusa come previsto. I consiglieri di minoranza hanno ascoltato le parole del Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che sostanzialmente ha ribadito come senza un’alternativa le dimissioni non arriveranno e che la risoluzione approvata la scorsa settimana dall’aula è "un invito e non un obbligo".

Dopo aver inoltre ricordato che "il mandato del governo è stato deciso dagli elettori", Rollandin ha concluso il suo intervento in maniera chiara e concisa. "Noi continueremo a governare finché non ci sarà un’alternativa e l’alternativa ci sarà solo se qualcuno passerà dall’altra parte, altrimenti non avete i numeri", ha scandito il Presidente. "In mancanza di questo – ha dichiarato all’Ansa a margine della seduta – credo che sia evidente che si andrà a elezioni anticipate". Dichiarazioni che hanno innescato la reazione immediata della minoranza, preannunciata nei giorni scorsi: prima i consiglieri del M5S e del Pd-Sinistra Vda e poi quelli di Alpe e Uvp si sono infatti alzati dalle loro poltrone e sono usciti dall’aula. A quel punto, mancando il numero legale di 18 consiglieri (la maggioranza contava 17 consiglieri, vista l’assenza di La Torre, ndr), il Presidente dell’Assemblea Emily Rini non ha potuto fare altro che sciogliere la seduta.

Il dibattito in aula
In aula, come annunciato, non era presente Leonardo La Torre mentre ha fatto il suo ritorno il convalescente Giuseppe Isabellon, il cui rientro è stato oggetto di ironie da parte della minoranza. Con 17 consiglieri di maggioranza e 16 di minoranza la seduta è quindi iniziata con le comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale Emily Rini che ha annunciato di aver prontamente consegnato al Presidente della Regione e alla dirigenza del Casinò le due risoluzioni approvate mercoledì scorso. “Non bastava trasmetterle – ha però attaccato il capogruppo di Alpe, Patrizia Morelli – bisognava sollecitarle”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Ferrero del M5S: “Come al solito il ruolo del Presidente del Consiglio è limitato a passare le carte".

Sotto lo sguardo attento di una tribuna presa d’assalto e del salone di Palazzo che piano piano si è riempito a prendere la parola sono stati i quattro capigruppo. Con il primo intervento Luigi Bertschy dell’Uvp ha subito messo le carte in tavola: “Il fil rouge delle vostre dichiarazioni di questi giorni è di mantenere il potere, ma la corsa è finita. Non avete più la forza e le idee per proseguire.“ Il capogruppo Uvp ha rigettato la lettura di quanto successo in questi giorni come uno scontro personale con il Presidente della Regione e poi, rivolto ai consiglieri di Stella Alpina, ha detto: “Avete dichiarato che aspettavate questa mattina, quindi mi attendo soprattutto da voi una presa di posizione”. Bertschy ha quindi invocato un cambio di rotta: “La generazione di chi ha a cuore i giovani della nostra comunità ha bisogno di ricostruire un modello che dia loro coraggio”.  Sulla stessa linea Patrizia Morelli di Alpe: “Il Casinò è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dobbiamo riuscire a trasformare questo momento in una rinascita per la comunità valdostana. Oggi i cittadini si aspettano un’assunzione di responsabilità che non abbiamo ancora riscontrato ma anzi abbiamo visto smentita nella volontà di venire qui a contarsi. “

La discussione si è poi spostata sul manifesto proposto nei giorni scorsi dai 4 saggi, anche se non tutti hanno dato la stessa lettura all’iniziativa. Alpe e Uvp hanno sostanzialmente espresso soddisfazione per l’appello arrivato da Nicco, Dujany, Carlo Perrin e Joseph Cesar Perrin “non si tratta di larghe intese ma di aderire personalmente, ed è questo l’invito che facciamo ai consiglieri di maggioranza, di aderire ad un progetto per una Valle d’Aosta migliore” ha spiegato Patrizia Morelli. Il M5S invece con Stefano Ferrero si è smarcato parlando della “solita riedizione in salsa autonomista, insomma un déjà vu. Non vogliamo metterci insieme a voi. Le faide fra clan avversari fra le vostre ‘ndrine interne non ci interessano. Meglio andare ad elezioni anticipate ma con una legge che non vi permetta il controllo del voto. Ci interessa far finire definitivamente questo sistema e non sostituire il Presidente con una sua brutta, o bella, copia.”

Accorato intervento del capogruppo Raimondo Donzel del Pd-Sinistra Vda. “Voi state togliendo il futuro ai nostri giovani. Oggi prendiamo atto che non c’è più una maggioranza. Nonostante siano stati votati degli atti importanti in quest’aula non sono arrivate le dimissioni del Presidente della Giunta”.

Dai banchi di maggioranza a prendere la parola è stato il Capogruppo Uv, Ego Perron che ha annunciato le dimissioni da capogruppo. "E’ stata una decisione presa con difficoltà – ha spiegato – ma il fatto di essere accusato sistematicamente di non seguire le indicazioni del movimento era inconcepibile politicamente ed inaccettabile personalmente poiché sono atteggiamenti che non mi appartengono". Poi Perron, sull’onda del documento votato da Conseil Fédéral in cui si chiede un confronto fra tutte le forze politiche, ha spiegato che "bisogna aprire una fase politica nuova: non possiamo fare finta di niente. Il governo può e deve continuare ad esercitare le sue funzioni, poiché non si può immaginare un vuoto politico, ma è necessario aprire le consultazioni per ricercare soluzioni condivise per superare questa fase politica, garantire la stabilità e la governabilità della Valle d’Aosta".

Il Consiglio Valle d’Aosta, come deciso al termine della seduta, tornerà a riunirsi lunedì 7 aprile alle ore 9.

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