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Il Partito Valore Umano spinge per la “doppia moneta” e una nuova riforma della scuola

Ad affrontare la nostra “tribuna elettorale” in diretta Facebook sono state  Daniela Glarey (in corsa per la Camera dei Deputati) e Annita Prezzavento (Senato) esponenti del neonato Partito Valore Umano.
Politica

Quando mancano meno di quindici giorni alle elezioni politiche in programma il prossimo 4 marzo, proseguono gli incontri con i candidati presso la sede di AostaSera.it, con il format della diretta Facebook intitolata “Cosa ne pensano i candidati”. Nella prima serata di ieri, lunedì 19 febbraio, è stato il turno di Daniela Glarey (in corsa per la Camera dei Deputati) e Annita Prezzavento (Senato) esponenti del neonato Partito Valore Umano. Come d’abitudine, le aspiranti parlamentari hanno estratto a sorte tre temi ciascuna, per poi approfondirli in diretta rispettando il tempo limite di 90 secondi.

La posizione del partito sull’Euro è chiara, come ha spiegato in apertura della trasmissione Daniela Glarey: “Siamo per mantenere l’euro per i rapporti con l’estero, mentre per la sola circolazione italiana proponiamo una moneta complementare, stampata ed emessa dallo stato, per creare a una nuova svolta economica”. Per quanto l’ipotesi di ripristinare la leva obbligatoria “va contro la filosofia che anima il movimento: chi vuole intraprendere la carriera militare è libero di farlo”, mentre rispetto al bollo sulla prima auto, la rappresentante del PVU ha dichiarato di voler seguire il modello francese “che non prevede il pagamento di un bollo”.

Rispetto alla contraffazione alimentare Annita Prezzavento si è detta ferma nel “difendere il made in Italy”, mentre in merito al tema sempre caldissimo della riduzione degli stipendi dei parlamentari ha le idee chiarissime: “Al momento ciò che percepiscono non è proporzionato al lavoro svolto”. Sulla sperimentazione scolastica riguardante la riduzione degli anni, da 5 a 4, della scuola secondaria di secondo grado, seguendo il modello del nord Europa in particolare, Prezzavento è favorevole solo nel caso in cui venga attuata una “profonda riforma della scuola dai programmi didattici alla formazione degli insegnanti, fino all’abolizione del voto”.  

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