La Torre: “Troppi arroganti attorno a Rollandin. Se non si cambia me ne vado”

Intervista al consigliere regionale dell’Union valdôtaine all’indomani dell’uscita di Antonio Fosson e Claudio Restano dal gruppo dell’Union valdôtaine.
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L’annuncio di Claudio Restano e Antonio Fosson di abbandonare il gruppo Uv ha lasciato sul tappeto molte domande senza risposta. La prima è perché Leonardo La Torre che con Restano ha fatto parte del gruppo di “dissidenti” all’epoca della Renaissance e le cui posizioni anche in questi due giorni di Consiglio regionale si sono trovate a coincidere, non abbia seguito le orme dell’amico?

Preciso che non sono iscritto all’Uv, non ho la necessità di lasciare l’Union valdôtaine. Faccio parte del gruppo e credo che molta di questa insofferenza che è emersa dalle parole di Restano e Fosson, sia anche un po’ un’insofferenza non tanto nei confronti del Presidente della Regione ma di molte delle persone che operano intorno al Presidente in modo un po’ arrogante. All’interno della Giunta c’è chi opera in modo non rispettoso dei consiglieri e questo sicuramente ha creato una tensione molto forte negli ultimi tempi: parliamo di ferrovia ma anche di scuola. Questa è una situazione in cui la politica deve trovare un momento di umiltà, bisognerebbe riportare l’attenzione verso i cittadini e non solo su posizioni di potere. Io continuerò a far parte del gruppo ma è chiaro che le cose che dirò, come ho sempre detto, sono cose che danno fastidio, se poi queste cose daranno tanto fastidio, io trarrò le conseguenze. Tanto adesso è pieno di gruppi.

L’annuncio dei due consiglieri di abbandonare l’Uv ha provocato ieri sera una prima scossa di terremoto in Consiglio regionale, a cui è seguita però, poco dopo, una di più forte intensità: le dichiarazioni di Uvp, Stella Alpina ma anche del Pd-Sinistra Vda che lasciano intravedere la richiesta di una verifica di maggioranza.

La cosa che mi ha colpito che tutti i gruppi hanno detto ben venga un nuovo gruppo che permetta all’interno della maggioranza di aprire ulteriormente il dibattito. Devo dire che avevo anche detto a Restano che la loro libertà avrebbe dovuto essere una libertà di parlare all’interno della maggioranza. Non aveva senso che si collocassero all’opposizione. Saranno una voce in più che permetterà di fare chiarezza, di ritrovare un equilibrio. Non si può addossare tutta la responsabilità al Presidente, ma anche a quello che gira intorno a lui e che usa la politica.

Perché Antonio Fosson e Claudio Restano hanno deciso oggi di abbandonare l’Uv? E non al tempo della Renaissance? O ancora ai tempi della nascita di Uvp? L’uscita dei due consiglieri è la prima mossa per arrivare allo scacco matto?

Ho trovato interessantissimo quel passaggio di Restano in cui dice “ma in fondo non siamo tutti dell’Union? Come mai siamo tutti su banchi diversi?” Forse è l’Union ad essere un po’ ferma come movimento e invece dovrebbe essere, per definizione stessa, in movimento e ragionare sulla sua capacità di ripartire da zero in una grande e nuova Union, adeguata ai tempi, che ritorni a quei valori della tradizione. Non possiamo non pensare agli agricoltori e agli allevatori, abbandonati. Spero che la nascita di questo gruppo non porti a litigare ma a riflettere.

C’è chi la indica ancora una volta come il regista di questa fase politica che si è aperta ieri.
Ho sempre detto con chiarezza, quando c’è stata la prima crisi, che questo sistema in se non funzionava perché le persone non avevano fino in fondo la volontà di fare una politica nuova, legata veramente ad una umiltà, ad una vicinanza ai cittadini. Uno degli errori che si può imputare al Presidente è che ha sbagliato la prima Giunta che ha fatto, quell’errore se lo sta portando dietro. Non parlo di chi non c’era ma di chi c’è ancora, ci sono dei soggetti che sono davvero deleteri.

In attesa di capire se effettivamente si sta andando verso un nuovo tentativo di ribaltone, rimane il dato politico che l’Uv ha perso due o più consiglieri. Riuscirà a mantenere le attuali poltrone?

Vediamo cosa accade. Sono più attento non ai posti ma a come uno si muove. Se avessi cercato un posto per me, l’avrei già trovato, è noto che mi era già stato offerto, a me interessa come si lavora. Perché lasciai Expo? Perché non mi si lasciava lavorare, si continuava a essere arroganti, a essere legati solo alla gestione del potere, io questa cosa non la condivido più. Se vedo arroganza io vado dall’altra parte, se ci sarà arroganza io mi sposterò.

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