Com’è stata la qualità dell’aria in Valle d’Aosta nel 2022?

Panorama Foto Twitter Arpa VdA

Dal rapporto sintetico sulla Qualità dell’aria stilato da Arpa emerge che l’aria nel 2022 è stata “complessivamente buona”. Alcuni dati di confronto oscillano – dopo un 2019 dal meteo peculiare ed un 2020 influenzato dalle restrizioni dovute alla pandemia -, con nel mirino l’ozono, l’inquinante “critico”.

La qualità dell’aria in Valle d’Aosta nel 2021 è stata molto buona

Panorama Foto Twitter Arpa VdA

A dirlo è l’Arpa Valle d’Aosta, nel suo report sulla qualità dell’aria. I livelli degli inquinanti e delle polveri sottili sono rimasti tutti sotto i limiti normativi a parte l’ozono, per il quale si conferma il superamento dell’obiettivo a lungo termine come negli scorsi anni.

A febbraio la qualità dell’aria in Valle è migliorata

La piana di Aosta fotografata il 26 febbraio 2022 da Sandro Bonin

Nel suo report l’Arpa Valle d’Aosta spiega che la qualità dell’aria nel mese di scorso “è stata complessivamente buona”. Le temperature miti e l’assenza di precipitazioni sono state compensate da diversi giorni nei quali il vento ha “ripulito” l’aria abbassando i valori di concentrazione degli inquinanti.

Torna la campagna Arpa “Che aria respiri?”

Inizialmente dedicata alle Associazioni di tutela della Salute e dell’Ambiente, la campagna torna a rivolgersi ai cittadini, invitati ad utilizzare gli Airbeam 2 dal 15 novembre al 15 dicembre per “carpire” la qualità dell’aria che si respira ogni giorno.

Qualità dell’aria, Aosta raggiunge la sufficienza. Ma Legambiente storce il naso

Il dato emerge dal dossier “Mal’Aria” dell’Associazione ambientalista: su 98 città analizzate solo 15 ottengono la sufficienza, tra le quali il Capoluogo regionale. Legambiente però frena: “la ricerca si riferisce soltanto ad inquinanti ‘standard’”. E si chiede che idee abbiano i candidati Sindaco per la Cogne.

Aosta, con il lockdown il biossido di azoto è sceso del 53% ad aprile

Arpa si è chiesta come sarebbe cambiata la qualità dell’aria del Capoluogo senza il “blocco” delle attività dovuto all’emergenza. Le diminuzioni di valori primaverili incrociano il “lockdown”: crolla l’NO2 – legato soprattutto al traffico veicolare -, minore l’impatto sulle polveri.

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