La casa dello Stade Valdôtain prende sempre più vita

Il rugby valdostano si sta a poco a poco insediando nella sua nuova dimora, il campo sportivo di Sarre, dove da marzo dovrebbe iniziare a giocare. Il progetto è quello di farne una vera e propria cittadella dello sport
Francesco Fida con il sindaco di Sarre, Massimo Pepellin, ed il suo vice, Roberto Cuneaz
Sport

Come in una casa in cui manchino solo pochi mobili per essere ufficialmente inaugurata e abitata, il rugby valdostano si sta a poco a poco insediando nella sua nuova dimora, il campo sportivo di Sarre in località La Remise.

Un progetto ambizioso, che vuole dare nuova vita ad uno stadio che, fino a qualche anno fa, era uno dei principali centri calcistici valdostani. Negli anni d’oro dei ritiri valdostani delle squadre di serie A di calcio, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila, Sarre era la base dell’Inter. Qui si sono allenati, tra gli altri, giocatori come Christian Vieri, Andrea Pirlo, Javier Zanetti, Paul Ince, Alvaro Recoba, guidati dagli allenatori Hodgson, Simoni, Lippi. Finito quel periodo, il campo è rimasto a disposizione delle diverse società che si sono alternate a Sarre e, da qualche anno, è rimasto in totale stato di abbandono. Oltre al campo di calcio, l’area era dotata anche di un ristorante e di campi da tennis, calcio a 5 e beach volley, mai più utilizzati. A dare nuova vita alla zona ci sta pensando lo Stade Valdôtain di rugby che, grazie all’amministrazione comunale di Sarre, sta portando avanti da qualche anno il progetto di fare del campo sportivo una vera e propria cittadella del rugby e dello sport.

L’occasione per parlarne è la presentazione degli organici di tutte le formazioni dello Stade, che può contare su ben nove categorie: Veterani, prima squadra, Under 18, 16, 14, 12, 10, 8, 6. A queste si aggiungono la Propaganda e le ragazze, che stanno ripartendo proprio ora, oltre ai vari progetti di promozione del rugby nelle scuole. Una grande comunità di circa 200 tesserati a cui il solo campo di Regione Tzamberlet ad Aosta iniziava a stare stretto. Il presidente dello Stade, Francesco Fida, racconta come è nata questa avventura: “Per qualche anno abbiamo cercato un accordo con il Comune di Aosta per lo sviluppo di alcuni progetti, ma non siamo mai riusciti a trovare una quadra. A noi dispiace perché quello è il campo storico del rugby, dove molti di noi sono cresciuti, e infatti cercheremo di mantenere il doppio stadio. Quando si è offerta la possibilità di aprire una trattativa con l’amministrazione comunale di Sarre, abbiamo trovato davanti a noi una grande disponibilità e, in poco tempo, un accordo”. L’accordo, però, era solo la prima pietra del progetto, perché il lavoro da fare era molto. “La fortuna del rugby in Valle d’Aosta è che è amato da tante persone e da tanti amici. È stato facile creare un gruppo che si è impegnato a tirare su tutto questo, anche grazie all’aiuto di imprese amiche che ci hanno dato una grande mano. Poi i nostri tesserati, nel tempo libero, si sono tirati su le maniche e hanno fatto il lavoro sporco”.

“I primi contatti ci sono stati un paio di anni fa, ma sia la vecchia amministrazione che quella attuale sono rimaste colpite dall’entusiasmo che il mondo del rugby sa trasmettere, e abbiamo deciso di portare avanti il progetto dello Stade Valdôtain”, spiega il Sindaco di Sarre, Massimo Pepellin. “Dopo anni di limbo, crediamo che l’area abbia delle enormi potenzialità e che il rugby sia lo sport giusto per poterle ridare la centralità che merita e farla tornare ad essere una zona viva di Sarre”, prosegue. Oltre alla messa a disposizione dell’area, il Sindaco spiega che il Comune ha stanziato 100.000 euro per la messa a norma e gli interventi di adeguamento, oltre ad un contributo per le spese di gestione per un impianto che ha costi non indifferenti. “L’altra area, dove c’era il ristorante, andrà in gara prossimamente”, precisa Pepellin.

Intanto, in attesa dei pali (la partita inaugurale è prevista verso la fine di marzo), lo Stade ha già dato vita all’area, con alcuni tornei estivi e la sua tradizionale festa. In fondo al campo è stata montata una tensostruttura con un piccolo bar e diversi tavoli e panchine, che si propone di essere il centro di aggregazione che al campo di Aosta mancava: qui gli appassionati della palla ovale si sono dati appuntamento per guardare le partite dei test match della nazionale italiana, con lo storico trionfo sul Sudafrica, e si incontreranno nuovamente in occasione delle partite del Sei Nazioni.

“È una bellissima sensazione, l’entusiasmo che c’è dietro fa ben sperare. Questa sarà casa nostra per vent’anni: piano piano la renderemo più bella ed accogliente, aperta anche agli altri sport”, conclude il presidente Fida.

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