Sci: collegamento fra Cervinia e Monte Rosa, ok a fattibilità

A dirlo è una relazione di Fondazione Montagna Sicura: “Le risultanze delle analisi climatiche supportano l’ipotesi di investimento in questo progetto, ma definiscono anche dei limiti per i quali è necessario intraprendere investimenti nel tempo”.
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Società

“Le risultanze delle analisi climatiche supportano l’ipotesi di investimento in questo progetto, ma definiscono anche dei limiti per i quali è necessario intraprendere politiche ed investimenti nel tempo”. Così Fondazione Montagna Sicura nello studio di fattibilità del progetto di collegamento tra la Valtournenche e la Val d’Ayas, da cui potrebbe sorgere un maxi comprensorio da 549 km di piste di sci.

Pubblicata nei giorni scorsi, l’analisi si concentra sulle future condizioni nivo-glacio-meteorologiche dell’area ed è stato realizzato nell’ambito del progetto interreg AlpLinks.

L’opera principale prevista dal progetto da 60 milioni di euro è la costruzione di un collegamento funiviario – già contestato da alcune associazioni ambientaliste – tra la Val d’Ayas e il Colle Superiore delle Cime Bianche (2.982 metri).

Secondo lo studio le maggiori criticità a cui va incontro in progetto sono: “l’incremento nel prossimo futuro delle temperature, maggiormente percepito in alta quota; probabili variazioni significative nei regimi pluviometrici stagionali, che porterebbero ad una diminuzione delle precipitazioni estive a favore di quelle invernali; il probabile innalzamento da 1600 a 2000 metri della LAN (Linea di Affidabilità della Neve); le fortissime riduzioni delle masse glaciali, dell’ordine di circa il 60% in 150 anni, con la registrazione sempre più fenomeni strettamente legati alla degradazione del permafrost alpino”.

Secondo la relazione “l’individuazione di questo settore alpino per lo sviluppo di singole realtà turistiche, secondo la soluzione prospettata dal masterplan, va sicuramente nella direzione indicata dalla Strategia nazionale”. In particolare ricorda Fondazione Montagna Sicura “la presenza di importanti infrastrutturazioni già realizzate nei singoli comprensori permetterebbe di creare un grandissimo domaine skiable di richiamo internazionale con uno sforzo limitato in termini di nuove infrastrutture e di occupazione del patrimonio naturale”.

Il cambiamento climatico – “secondo le stime dell’OCSE la certezza di neve naturale sui comprensori dell’arco alpino, a fronte di un aumento significativo della di temperatura compreso tra 2 e 4°C, si avrà solamente nel 30% dei casi” – costringerà però la maggior parte dei comprensori sciistici “a rivedere le proprie politiche aziendali in virtù di una necessità sempre maggiore di ricorrere all’innevamento artificiale, insostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico, oltre che ad essere in forte contrasto con le strategie di adattamento”. Problema che non dovrebbe riguardare il collegamento fra Cervinia il Monte Rosa. “Il settore risulta avere una posizione altimetricamente favorevole a quelli che saranno gli effetti dell’innalzamento della linea delle nevi e non dovrebbe risentire di particolari problemi da un punto di vista dell’innevamento naturale. Per contro l’aumento delle temperature medie annuali e gli effetti che questo indurrà sul territorio non sono da sottovalutare nell’ottica di pianificare una strategia di adattamento” sottolinea la relazione.
La conseguenza del rialzo termico, evidenzia Fondazione Montagna Sicura, sarà “una graduale diminuzione della stagione sciistica. Sarà pertanto necessario investire, parallelamente al turismo invernale, su tipologie di turismo alternativo ed in particolare sul turismo estivo. Agendo seriamente sulle politiche di promozione turistica, ma anche prevedendo importanti investimenti a lungo termine per accrescere l’offerta turistica anche in stagioni diverse da quella invernale, si richiamerà nelle località montane un turismo sempre più eterogeneo e distribuito nell’arco dell’anno, attirato da un lato dalla presenza di neve e piste sciabili in inverno e dall’altro lato dalle gradevoli condizioni climatiche estive, in contrasto con le alte temperature previste nelle zone di pianura e nei centri urbanizzati”.

Infine “l’arretramento delle masse glaciali e la degradazione del permafrost alpino si tradurranno a breve/medio termine in un incremento dei fenomeni idrogeologici oltre ad una graduale diminuzione della risorsa idrica, la quale, volendo prevedere una incremento del turismo dovrà essere attentamente valutata e razionalizzata”. Fondazione Montagna Sicura suggerisce quindi di mettere in conto investimenti “per la messa in sicurezza di settori particolarmente colpiti e/o suscettibili a generare fenomeni idrogeologici” e, per fronteggiare la domanda crescente di energia, “nel settore idroelettrico, eolico, solare e geotermico”.

Lo studio di fattibilità verrà ora presentato alla popolazione: venerdì 19 giugno a Gressoney Saint Jean alle ore 17,30 presso l’Auditorium della SPORTHAUS e alle 20.30 a Gressoney La Trinite’, presso la sala del Consiglio Comunale. Mercoledì 24 giugno ad 
Alagna Valsesia presso Teatro Unione Alagnese; lunedì 29 giugno alle 17 a Valtournenche presso il Centro Congressi comunale di Valtournenche e il giorno successivo ad Ayas alle 20:30 presso l’ex Palaghiaccio in Loc. Villy a Champoluc.

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