Mensa, iscrizione non regolare: bambini lasciati a digiuno alla scuola di Gignod

E' quanto successo a quattro bambini il primo giorno di scuola alla primaria di Gignod. Ai piccoli è stato negato il pasto e hanno dovuto guardare in refettorio i compagni mangiare.
mensa scolastica (foto di archivio)
Società

Il primo giorno di scuola rimane per molti un ricordo indelebile. L’orgoglio nel poter indossare il grembiule, stirato con cura la sera prima dalla mamma, la soddisfazione nello sfoggiare la nuova cartella, l’eccitazione mista alla paura di iniziare una nuova avventura con amici nuovi e vecchi, la determinazione nel conquistare il migliore posto a sedere, magari quello più lontano dagli occhi vigili della maestra. Emozioni cancellate dalla memoria di quattro bambini della primaria di Gignod (due di seconda e due di quarta elementare) per i quali il primo giorno di scuola dell’anno scolastico 2016/2017 rimarrà sinonimo di digiuno e umiliazione. 

Ai piccoli infatti è stato negato il pasto durante la mensa scolastica. Non solo, i quattro bambini sono stati costretti a sedere in un angolo del refettorio a guardare, in lacrime, i propri compagni mangiare. Un digiuno in parte attenuato dalle insegnanti che alla ripresa delle lezioni sono andate in soccorso dei bambini rifocillandoli.

Alla base del rifiuto di consegnare il pasto ai piccoli sembra esserci la mancata regolarizzazione da parte dei genitori dell’iscrizione al servizio mensa, a cui si aggiungerebbe un eccessivo zelo da parte delle assistenti e dei dipendenti comunali.

Il condizionale è d’obbligo visto che alle numerose richieste di spiegazione fatte all’Amministrazione comunale e all’Istituzione scolastica è arrivato un coro compatto di: “la vicenda non è chiusa, non rilasciamo dichiarazioni”, “ci sono delle procedure in corso, non commentiamo”. Non è andata meglio con la Cooperativa, la Noi&Gli Altri, che ha in appalto il servizio, i cui vertici sono irreperibili.

La notizia da dieci giorni è sulle bocche di tutti in paese con diversi cittadini che condannano quanto accaduto interrogandosi sulla vicenda: ma davvero era l’unica soluzione negare il pasto ai bambini? Non si poteva dare da mangiare ai piccoli, sollecitando poi i genitori ad attivare il servizio e a pagare il dovuto? I genitori sono stati messi a conoscenza di quanto stava accadendo, dando loro la possibilità di recuperare i bambini, evitandogli l’umiliazione della “lettera scarlatta”? Domande che avremmo anche noi voluto porre ai diretti interessati ma che purtroppo sono rimaste senza risposta.

0 risposte

  1. Sarò anacronistico, ma sarebbe davvero utile pensare ad un ritorno alle care e vecchie “refezioni” di un tempo, con la cuoca interna all’istituto e, ove non possibile, pensare ad un alternativa più utile a cooperative che danno cibo scadente e il più delle volte combinano pasticci. Ho lavorato per ben due cooperative che fornivano il servizio di mensa scolastica e, personalmente, sebbene non sia una persona difficile di gusti, quel cibo non lo avrei nemmeno sfiorato. Pessimo.

  2. spero che queste assistente al reffettorio si rendano conto del male che hanno fatto a dei bambini innocenti. Non si umiliano dei bambini per colpire i genitori. Vergognatevi

  3. È VERGOGNOSO…. UN ATTEGGIAMENTO DA ROBOT, VERI E PROPRI AUTOMI SENZA CUORE NÉ COMPASSIONE. UN SIMILE COMPORTAMENTO DA PARTE DEGLI ADDETTI AI SERVIZI MENSA SCOLASTICA. IDEM PER LE ISTITUZIONI, CHE PONGONO LA QUESTIONE ECONOMICA DAVANTI ALLA SITUAZIONE PSICOLOGICA E SOCIOEMOTIVA DEI BAMBINI, COSTRETTI AL DIGIUNO E ALL’UMILIAZIONE DI SEDERE IN UN ANGOLO DELLA MENSA A GUARDARE IN LACRIME I LORO SIMILI MENTRE “LORO CHE AVEVANO PAGATO” POTEVANO MANGIARE. IL ❤ … MA DOVE L’AVETE MESSO UOMINI ?????

  4. I bambini non avranno colpa ma i genitori in che mondo vivono Trop po comodo delegare alle assistenti prendere delle posizioni se non ai aderito alla mensa te lo porti a casa senza tante storie

  5. Vergognoso!!! Molti genitori,come me, vorrebbero poter far mangiare i propri cuccioli a casa così da poter condividere il pasto con tutta la propria famiglia, fare un break mentale a metà giornata da questo sistema che ci opprime e ci sfrutta e ci obbliga ad adeguarci ai tempi. È VERGOGNOSO che si arrivi a negare un semplice pasto a dei bambini che non possono nemmeno difendersi. Per lo meno un applauso alle maestre che sono intervenute appena hanno potuto.

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