Bambini lasciati a digiuno in mensa, il racconto di una mamma

Alla base della vicenda un problema burocratico. I bambini era stati, infatti, iscritti regolarmente al servizio ma i loro nomi non figuravano nell'elenco a disposizione delle assistenti e del funzionario comunale.
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“L’iscrizione alla mensa era regolare, quello che è mancato è l’inserimento da parte del Comune di Aosta dei bambini nella lista degli iscritti al servizio di mensa di Gignod”. Così la mamma di uno dei quattro piccoli (due di seconda e due di quarta) lasciati due settimane fa a digiuno alla primaria di Gignod.

I bambini abitano tutti nelle frazioni di Aosta di Entrebin, Arpuilles ed Excenex e per poter usufruire del servizio mensa della scuola di Gignod devono rivolgersi all’Amministrazione comunale del Capoluogo, la quale ha una convenzione con il comune del Grand Combin.

“L’anno scorso il dipendente comunale ci aveva avvisato che per inserire il nome del bambino nel database degli iscritti al servizio di mensa di Gignod ci andavano almeno sette giorni. Per questo la prima settimana di scuola ho deciso di lasciare la bimba a mangiare dai miei genitori” prosegue la mamma. “Quest’anno l’iscrizione è stata effettuata dal mio ex marito a cui non è stato detto nulla”. I genitori dei bambini il primo giorno di scuola segnalano, quindi, sul diario la permanenza al servizio di mensa scolastica, convinti che l’iscrizione fosse andata a buon fine. Un dubbio sorge invece ai genitori di altri due bambini che decidono di ritirare i piccoli alle 12.

“Soltanto alle 14.30 di lunedì, dopo essere stati avvisati dalle maestre scopriamo cosa è successo” spiega ancora la mamma confermando come le insegnanti si sono fatte carico di dare ai bambini, a digiuno, dei cracker e un cappuccino.  Con i giorni i genitori vengono a scoprire altri dettagli della vicenda. “I bambini sono arrivati alla refezione, si sono seduti vicino ai compagni, quando le assistenti hanno scoperto che i loro nomi non erano presenti nella lista li hanno fatti alzare e mettere in fondo alla stanza, senza neanche dare loro una sedia, a guardare gli altri consumare il pasto. – prosegue la mamma  – Non hanno dato loro né acqua né un pezzo di pane e anzi hanno ripreso i compagni che si erano offerti di dare loro da mangiare. ”. Ma non è tutto. “I bambini tutti in lacrime, tranne mia figlia che è stata più forte, sono poi stati lasciati durante la ricreazione seduti su una panchina, vietando loro di giocare, con la giustificazione che non erano sotto la tutela di nessuno”.

Tre giorni dopo l’episodio i genitori vengono convocati ad un incontro con l’amministrazione comunale e i vertici della cooperativa. “Da quanto ci è stato riferito le assistenti non hanno contattato la cooperativa ma il funzionario del comune che, verificato l’assenza dei quattro bambini nell’elenco degli iscritti alla mensa, ha detto loro di non dare da mangiare ai piccoli” racconta ancora la mamma. I genitori chiedono, quindi, come prima azione di sostituire le assistenti. “Una delle bambine per tutta la settimana successiva non ha voluto andare più in mensa perché traumatizzata. Inoltre è una questione di umanità, queste persone non sono formate in modo adeguato per aver a che fare con dei bambini.  Anche a Variney è successa una cosa simile ma ai bambini è stato comunque fornito il pasto”. 

Nel frattempo sulla vicenda è intervenuta sabato con un tweet l'Assessore regionale all'Istruzione, Emily Rini esprimendo "sgomento" per la vicenda.

 

0 risposte

  1. Ogni tanto bisogna andare al di là. Di tutto. Personalmente ho lavorato diversi anni nei servizi di refezione per diverse cooperative. Non esistono bambini messi in un angolo privi di cibo. Se è andata così è vergognoso il servizio della cooperative e il comportamento insulso delle assistenti. Come fare? Intanto mi sarei preso io la responsabilità (è capitato in passato) e i cuccioli si sarebbero seduti a tavole come i compagni, mangiando quantomeno del pane, poi in base a diete o allergie altro

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