Valle Virtuosa celebra 4 anni dal referendum: “Il nuovo piano rifiuti è uno spreco di denaro”

L'anniversario della consultazione che fermò la costruzione del pirogassificatore è l'occasione, per l'associazione ecologista, di tirare le somme sulla situazione dei rifiuti in regione. Polemica sui 'molok', l'esempio virtuoso è invece Sarre.
Valle Virtuosa. Da sinistra: Meneghini, Cheillon, Palma, Gino.
Politica

Sono passati quattro anni dal momento di gloria di Valle Virtuosa, quel 18 novembre 2012 nel quale un referendum propositivo costrinse l'amministrazione regionale a fare un passo dietro – obtorto collo – sulla costruzione a Brissogne di un pirogassificatore, ad appalto già avviato.

Quattro anni nei quali è passata tanta acqua sotto i ponti e nei quali il membro di punta dell'associazione ecologista, Fabrizio Roscio, è finito nel frattempo dritto dritto in Consiglio Valle tra le fila di Alpe sull'onda lunga di quella – per certi versi irripetibile – 'stagione referendaria'.

La battaglia di Valle Virtuosa, però, nel giorno dell'anniversario del suo successo, non è finita: “Questa – spiega le Presidente Jeanne Cheillon – è sì l'occasione per rivedere insieme cosa è stato fatto, ma soprattutto per rileggere le iniziative che abbiamo portato avanti e per fare un punto della situazione post-voto referendario”.

Situazione non rosea, a loro dire: “Il nuovo Piano regionale di gestione rifiuti approvato velocemente a dicembre 2015 – prosegue Cheillon – non ha rivoluzionato nulla ma è un evidente spreco di denaro pubblico con una ripercussione negativa anche sul comportamento dei cittadini, che non vengono 'invogliati' a differenziare correttamente”. Tante le colpe della Regione, spiegano, in primis i 'molok' installati recentemente su gran parte del territorio valdostano: “Un metodo omogeneo di raccolta dei rifiuti non è stato ancora attuato – ancora Cheillon – e con 128mila abitanti, dopo il referendum, ci aspettavamo dall'amministrazione regionale che cercassero di trovare un metodo di conferimento uniforme. Non ha senso che alcuni comuni e Unités possano adottare sistemi differenti con ricadute negative sulla collettività, una doppia adozione di metodo che non porta a risultati soddisfacenti. La scelta miope di fare un investimento milionario sui 'molok' seminterrati è uno spreco incredibile di denaro, la raccolta stradale costa moltissimo ai cittadini ed i rifiuti continuano ad essere abbandonati in prossimità dei 'molok stessi'. È chiaro che gli amministratori non mettono in condizione i cittadini di fare la raccolta per bene”.

La protesta lascia presto spazio alla proposta: raccolta dell'umido su tutto il territorio regionale e quella raccolta 'porta a porta' che per Valle Virtuosa – suo cavallo di battaglia da sempre – rappresenta l'unico modo per arrivare alla tanto agognata 'tariffa puntuale' per la quale ogni utente paga per quanti rifiuti conferisce, invogliandosi anche a produrre meno immondizia. L'imbocco, de facto, per arrivare al tanto desiderato 'rifiuti zero'.

Ma la proposta è anche prettamente formale e concreta, per certi versi quasi tecnica: “Chiediamo alla Regione che si tenga in considerazione il 'porta a porta' della frazione umida facendola combaciare con quella del secco indifferenziato e non riciclabile, risparmiando così del denaro unendo le due operazioni in una sola”.

L'esempio c'è, e si vede: “Con il 'porta a porta' e la frazione umida – spiega Lorenza Palma – il Comune di Sarre è passato da maggio a luglio 2016 dal 50% di raccolta differenziata al 78%. Sarre per i 'bidoncini' forniti alle famiglie ha speso 35mila euro, senza altare le tasse. Non certo i 4 milioni spesi per i 'molok', che non potranno neanche essere aumentati quando arriverà la raccolta nelle Unités della frazione umida”.

C'è spazio anche per un piccolo 'moto d'orgoglio', in questa conferenza stampa di Valle Virtuosa, una nota squisitamente legale: “Jeanne Cheillon – prosegue Palma – è stata denunciata da Valeco (la società che ha in gestione la discarica di Brissogne, ndr) alla Procura per diffamazione a mezzo stampa a seguito della segnalazione fatta sulla vicenda dei 'fusti blu' rinvenuti in discarica. Il pm, ricevuta la querela, ha richiesto archiviazione ma la società si è opposta. La vicenda si è conclusa il 16 giugno: il gip ha emesso un'ordinanza di archiviazione, ritenendo il reato infondato”.

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