L’appello all’unità dei progressisti divide Impegno Civico

62 sostenitori, candidati e eletti di Impegno Civico chiedono di rispettare gli impegni e il programma, evitando “cambiamenti di rotta".
Politica

Se fra gli autonomisti la re-union è cosa fatta, accelerata dalla crisi dell’attuale maggioranza e soprattutto dalla paura di perdere la poltrona, a sinistra l’appello ad un “progetto unitario” nel campo progressista divide. In primis Impegno Civico.

Una parte degli aderenti alla lista civica, nata per l’ultima competizione elettorale, condivide la necessità di intraprendere “un percorso di collaborazione e condivisione che possa portare il campo progressista a presentarsi unito nelle scadenze elettorali dei prossimi anni”. L’altra parte è convinta invece che “l’alternativa” agli attuali schieramenti “c’è già e si chiama Impegno Civico”.

In 62, fra cui compare la firma della consigliera Daria Pulz, hanno sottoscritto un lungo documento nel quale vengono ripercorse le ragioni che hanno portato alla nascita di Impegno Civico.

“Dietro la scelta di candidarci o sostenere Impegno civico, c’è stata, in ciascuno di noi, la consapevolezza di dover cambiare modo di fare politica, uscendo dai vecchi recinti delle identità politiche per costruire, nel pluralismo, proposte innovative, all’altezza della sfida che, già prima del 20 maggio, ci veniva lanciata dall’avanzare del populismo di destra” ricordano i firmatari nel documento.

Impegno Civico non era pertanto “un semplice e precario patto di convivenza tra forze politiche” ma “un progetto politico nuovo, originale, che metteva al centro il contributo delle persone e delle associazioni già da tanti anni impegnate in iniziative sul territorio, ma per lo più inascoltati da parte delle forze politiche esistenti”.

Un progetto che ha cercato anche di raccogliere il malcontento dei “tanti elettori dei partiti autonomisti e del Pd”. Persone che “hanno visto e vedono in Impegno civico la vera e autentica novità nel panorama politico regionale”.

Per questo secondo i firmatari “non possiamo tornare indietro” e “non dobbiamo mettere in discussione la fortunata impostazione del progetto”.

“Sarebbe incomprensibile, per chi ci ha dato fiducia – proseguono i firmatari – se smettessimo di cercare e proporre alternative rispetto all’intolleranza che si fa sempre più strada nella nostra società, così come se, per contrastare quell’intolleranza, cercassimo alleanze con quegli stessi pezzi di apparato politico che, colpevolmente e senza dare segni di ravvedimento, hanno creato il disagio sociale che l’ha alimentata”.

La richiesta, quindi, dei 62 sostenitori, candidati e eletti di Impegno Civico è di rispettare gli impegni e il programma, evitando “cambiamenti di rotta che costituirebbero un tradimento degli elettori”.

“Rifiutiamo, in particolare, l’idea di rendere IC e il suo progetto contendibili,  – chiosano ancora i firmatari – di doverci dividere tra sostenitori di una linea progressista e una linea radicale, come è stato da alcune parti auspicato. “

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