Idroelettrico, arriveranno in Procura gli atti della concessione sul torrente Chalamy

La decisione è arrivata oggi a margine dell’audizione dei vertici del Consorzio di miglioramento fondiario Ru Grenze da parte della III e IV Commissione.
Politica

Finiranno in procura gli atti che verranno consegnati alla III e IV Commissione da parte del Consorzio di miglioramento fondiario Ru Grenze e Ru Fabbrica Viering di Champdepraz. La decisione è arrivata oggi a margine dell’audizione dei vertici del Consorzio da parte delle due commissioni. La richiesta, avanzata dal consigliere del M5S, Roberto Cognetta, è stata accolta dopo una sospensione per riunione di maggioranza. ”Durante l’audizione sono emersi degli argomenti talmente gravi che a noi sono parsi lesivi dell’interesse pubblico” spiegano all’uscita i commissari.

Oltre ad interessare della questione la Procura le commissioni hanno deciso di chiamare in audizione gli assessori competenti.
 “La richiesta che ci è stata fatta – spiegano i Presidenti delle due commissioni Giuseppe Isabellon e Pierluigi Marquis – è di modificare l’attuale normativa per tutelare maggiormente i consorzi, il nostro compito sarà di stendere delle linee guida”.

La vicenda nasce alla fine degli anni Novanta quando il Consorzio decide di sfruttare la concessione ad uso irriguo sul torrente Chalamy per scopi idroelettrici. “L’obiettivo era di finanziarie la nostra attività” spiega Lucia Bertorello, dal 2009 alla guida del Consorzio. Viene, quindi, fatta una gara per la costruzione (per alcune opere il Consorzio riceve dei finanziamenti regionali) e la gestione della centralina, aggiudicata poi all’unico partecipante, la Alga Srl, con cui il Consorzio stipula una convenzione per un canone di 20mila euro annui.

La produzione inizia nel 2002 e alla fine del 2014 scattano i primi controlli da parte degli uffici regionali che rilevano una sovraproduzione con la richiesta di un adeguamento per gli anni dal 2002 al 2013 di 54mila euro circa. Soldi che vengono pagati da Alga. Oltre alla Regione si è fatto avanti anche il Bim chiedendo al Consorzio sovracanoni per 106mila euro. A questo punto inizia la querelle fra la società privata e il Consorzio, guidato da Lucia Bertorello.

“Ci saremmo aspettati che la società di gestione cessasse l’attività di sovraproduzione e che in ogni caso avrebbe pagato anche questo importo, visti i suoi guadagni, ma così non è stato” spiega Bertorello. “Da allora Alga, essendo pienamente consapevole della situazione di difficoltà in cui il Consorzio si trova, ha sfruttato, come strumento di pressione, la sanzione applicata dal Bim sperando di riuscire a ottenere la volturazione a suo nome della subconcessione idroelettrica in capo al consorzio”. 

Nel maggio del 2015 il Consorzio ottiene dalla Regione l’aumento di portata della subconcessione (da 55 litri al secondo a 500 litri al secondo). I controlli e le relative sanzioni però non si fermano e anche nel 2016, spiega Bertorello, “viene rilevata una sovraproduzione”.  Nel frattempo con l’aumento della portata della concessione i canoni chiesti al Consorzio, per il 2016, da parte della Regione e del Bim, salgono a 26mila euro, “cifra ben superiore ai 20mila che avremmo dovuto ricevere e non abbiamo ricevuto – prosegue la Presidente – da parte della società”.

Il Consorzio dopo aver tentato di raggiungere un accordo bonario è deciso ora ad andare verso l’arbitrato. “La convenzione non ci dà nessun arma, anche perché a suo tempo è stata redatta in buona fede e senza la consulenza di esperti. Non siamo disposti a cedere la concessione perché teniamo al nostro consorzio e al nostro territorio – conclude Bertorello –  Sicuramente ci saranno delle spese legali importanti ma visto che siamo nella barca remiamo sperando di ricevere almeno quanto ci devono”.

La posizione di Alga
Contenzioso legale che però, secondo Luigi Berger, socio di Alga srl, potrebbe terminare fin da subito “se il direttivo del Consorzio accettasse di sedersi intorno ad un tavolo”. “Noi ci stiamo solo difendendo perché abbiamo bisogno della concessione, come tutte le società che esistono in Valle, ma il Consorzio si è intestardito che la concessione non ce la vuole dare. E così ora abbiamo due danni, da una parte dobbiamo restituire al Gse (Gestore dei servizi energetici) più di 5 milioni di euro, dall’altro dobbiamo fare un revamping dell’impianto per ottenere di nuovo gli incentivi al 70%, ma senza concessione non possiamo farlo. Questa signora ci ha boicottato fin da subito, frenando la richiesta di aumento della portata, sta adoperando il consorzio per sue beghe personali”. A confermare la difficoltà a trovare una soluzione fra le parti è anche il legale di Alga, l’avvocato Alessandro Quagliolo. “Abbiamo sempre trovato un muro davanti. Da parte di Alga non c’è mai stata nessuna inadempienza, semmai il contrario” spiega l’Avvocato ricordando come “con la convenzione del 2003 il Consorzio aveva assunto l’obbligo di cedere la titolarità della concessione a Alga e ora noi non chiediamo altro che la formalizzazione di qualcosa di dovuto”.

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