Bertin: “La presenza dell”ndrangheta in Valle d’Aosta non è un’opinione, è un fatto”

Il consigliere regionale lamenta poi lo scarso coinvolgimento che Commissione parlamentare antimafia, domani ad Aosta, ha riservato alle istituzioni locali: "dispiace che la Commissione non abbia previsto almeno un incontro con i rappresentanti".
Alberto Bertin - Rete Civica
Politica

Mentre domani arriverà ad Aosta la Commissione parlamentare antimafia presieduta dall'onorevole Rosy Bindi, è il consigliere regionale Alberto Bertin a lamentare uno scarso coinvolgimento delle istituzioni locali mentre constata – scrive in una nota – “con dispiacere che la Commissione non abbia previsto almeno un incontro con i rappresentanti delle istituzioni valdostane”.

Bertin segnala inoltre come il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle sia sempre stato preso troppo alla leggera: “Per anni – osserva ancora il consigliere da poco confluito nel Gruppo misto – si è negata l'esistenza dell''ndrangheta in Valle d'Aosta. Si è preferito guardare da un'altra parte e fingere di essere un'isola felice. La politica e le istituzioni in primis hanno cercato di minimizzare e chi, come me, sollevava il problema veniva etichettato come visionario. Ma la presenza dell''ndrangheta nella nostra regione non è un'opinione, è un fatto”.

“La mia interrogazione discussa nella seduta del Consiglio di ieri e relativa alla quinta interdittiva antimafia ne è indirettamente la conferma – chiude Bertin –, un fatto preoccupante che evidenzia una significativa potenziale permeabilità del tessuto economico locale alle infiltrazioni delle organizzazioni di stampo mafioso. Si pensi ad esempio che in questi anni circa 40 milioni di euro del sistema pubblico si sono riversati su società edili sottoposte ad interdittiva antimafia o ad amministrazione giudiziaria. La 'ndrangheta in Valle d'Aosta rappresenta un'emergenza che va contrastata in tutti i modi: ne va dell'avvenire della nostra regione”.

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