Azzardo, Sapar: “Divieti e proibizioni non risolvono il problema del gioco patologico”

Dura presa di posizione del presidente dell’Associazione Nazionale Sapar (servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative) sulla proposta di legge approvata lunedì dal Consiglio regionale.
Politica

“Non esistono aziende e lavoratori di serie A e B, tutti hanno pari dignità lavorativa”. Così Domenico Distante, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar (servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative) nel criticare l’approvazione da parte del consiglio regionale della proposta di legge che anticipa i termini per l’applicazione delle misure di prevenzione e di contrasto alla dipendenza dal gioco d’azzardo.

“Ancora non è chiaro agli amministratori che divieti e proibizioni non risolvono il problema del gioco patologico, quanto inducono solamente i giocatori a spostarsi verso altre offerte di gioco, magari in territori limitrofi, incentivando fra l’altro il proliferare del gioco illegale.  – sottolinea Distante – Questi atti di forza sono inaccettabili e antidemocratici. Soprattutto se al contempo il neo presidente Fosson, a cui rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, dichiara che la priorità di tutti deve essere la salvezza del casinò di Saint Vincent”.

Secondo l’Associazione Sapar: “Questa metodologia di intervento in nome della salute pubblica ma a discapito della libertà d’impresa mina gravemente l’attività degli operatori del comparto gioco, garanti sul territorio della legalità, dell’occupazione, della tutela del giocatore potenzialmente patologico. Con questi interventi emanati senza un confronto reale e costruttivo con gli operatori del gioco lecito si avrà come unico risultato il proliferare del gioco illegale, come dimostrato dal vicino Piemonte”.

L’Associazione chiede, quindi, al Governo Fosson un incontro conoscitivo e la costituzione di un tavolo permanente di concertazione in materia di gioco lecito. “Distanziometri e limitazioni orarie non serviranno a nulla se prima non si attua un programma di prevenzione e formazione nei confronti del gioco. Gli operatori del settore si sono già assunti la propria responsabilità sociale, partecipando a proprie spese a corsi realizzati ad hoc da psicologi e Ser.d, per acquisire quel bagaglio di conoscenze volte alla tutela del giocatore patologico. Ora ci aspettiamo che la regione si assuma la stessa responsabilità, avviando una campagna di formazione ed educazione al gioco sano e lecito.”.

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