Scuola, i sindacati lanciano l’allarme “Emergenza insegnanti nelle paritarie”

Con il concorso del 2018 numerosi insegnanti abilitati sono “migrati” nella scuola pubblica e molti altri nella graduatorie regionali di merito lo faranno.
Scuola, insegnanti, alunni
Economia

Emergenza insegnanti nelle scuole paritarie. A lanciare l’allarme sono i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt Ecole e Snals.

“In seguito al concorso riservato del 2018 numerosi insegnanti abilitati sono già “migrati” verso i ruoli regionali della scuola pubblica e molti altri ancora nella graduatorie regionali di merito, verosimilmente, lo faranno nel prossimo futuro – scrivono le OSS in una nota –  Nel frattempo le scuole paritarie sono dovute ricorrere all’assunzione di nuovi insegnanti, talora senza abilitazione e quindi in deroga alle disposizioni della Legge 62/2000″.

Per i sindacati però la formazione di questi nuovi docenti rischia di essere vana visto che il  “decreto dignità ha ridotto a 24 mesi il termine massimo per la reiterazione dei contratti di lavoro a tempo determinato”.

La normativa attualmente in vigore per il reclutamento e la specializzazione degli insegnanti di scuola secondaria prevede una procedura apposita per la specializzazione degli insegnanti in servizio nelle scuole paritarie. 

In particolare quest’ultimi possono iscriversi ai percorsi di specializzazione (I° anno di FIT) in “soprannumero” rispetto agli aspiranti che hanno vinto il concorso ordinario per la classi di concorso in questione, “nell’ordine di una graduatoria stabilita sulla base di un test di accesso gestito dalla università interessate”.

Per i sindacati “si pongono adesso due importanti questioni: da una parte il ritardo del Ministero nel bandire i concorsi ordinari e dall’altra in quale modo consentire la specializzazione degli insegnanti in servizio nelle scuole paritarie su classi di concorso per le quali non verrà bandito il concorso ordinario a causa dell’insufficiente fabbisogno, oppure su classi di concorso che non sono presenti nella scuola pubblica valdostana”.

Per trovare una soluzione Cgil, Savt, Cisl e Snals chiedono alla Regione l’apertura di un tavolo di confronto.

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