Spettacolo di suoni e luci al Teatro Romano, per far scoprire ai turisti la storia della città

Atmosfere suggestive, colori, musiche e la storia in rima di quattro monumenti della città di Aosta: il teatro Romano, il Criptoportico, l’Arco di Augusto e la Porta Pretoria.
Son et lumières al Teatro Romano
Cultura

“Signori cari e signore gentili/bimbe e bimbi graziosi e saltellanti/il nostro benvenuto vada a quanti/hanno scelto  stasera di esser qui/ad ascoltare la piccola storia/della città di Augusta Pretoria: Aosta, per gli amici ed i parenti”.

Inizia così, il prologo dello spettacolo “Son et lumière” visibile al Teatro Romano di Aosta. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato regionale alla Cultura con l’idea di permettere ai turisti di godere dell'atmosfera affascinante dei siti archeologici anche nelle ore serali.

Lo spettacolo, 15 minuti di durata complessiva, racconta, con luci e suoni, la storia di quattro monumenti della città di Aosta: il teatro Romano, il Criptoportico, l’Arco di Augusto e la Porta Pretoria. L’illuminazione della facciata del Teatro, grazie al ritmo e ai diversi colori, ne esalta le caratteristiche architettoniche, le musiche suggestive che l’accompagnano insieme ad un testo in rima, adatto ad adulti e bambini, incantano lo spettatore e lo invitano ripercorrere la storia dei monumenti della città di Aosta, uno per ogni stagione.

La proposta artistica tutta made in vda ha saputo armonizzare diverse professionalità: dai testi di Maria Pia Simonetti, la scelta musicale di Enrico Montrosset, la produzione, il disegno e la sincronizzazione luci sono di Alberto Bich e Luca Minieri e le voci narranti sono di Paola Corti e Valeriano Gialli.

“Son et lumìere” viene proposto ancora per tutti i martedì e sabati di agosto a partire dalle ore 21, ogni mezz’ora. Per assistere allo spettacolo è necessario acquisire il biglietto (7 euro, ridotto 5 euro) per i siti archeologici della città. Ha validità annuale e consente l’accesso anche al Criptoportico forense, alla Chiesa paleocristiana di San Lorenzo e al Museo archeologico regionale.

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