Cervino CineMountain, a Samuel in the clouds l'”Oscar dei film di montagna”

La pellicola del belga Pieter Van Eecke racconta i cambiamenti climatici osservati dal punto di vista del gestore di un impianto sciistico boliviano, rimasto all’“asciutto”. Premio del Pubblico è stato conquistato da “Furia” di Marcello Vai.
Samuel in the clouds
Cultura

E' Samuel in the clouds ad aggiudicarsi il Grand Prix des Festivals del XX Cervino CineMountain.  La premiazione è andata in scena ieri sera.

La pellicola del belga Pieter Van Eecke conquista l’”oscar dei film di montagna” riservato ai film già premiati nei principali festival di settore provenienti dal circuito dell’International Alliance for Mountain Film. Già vincitrice del Grand Prix Festival di Autrans in Francia e di Trento, il film racconta i cambiamenti climatici osservati dal punto di vista del gestore di un impianto sciistico boliviano, rimasto all’“asciutto”.

Il premio Montagnes du monde per il miglior film straniero va a “Santoalla”, di Daniel Mehrer e Andrew Becker, un thriller-documentario ambientato in un remoto villaggio galiziano. Menzione speciale al canadese “W”, di Steven Schwabl, che ha come protagonista un eccentrico scalatore che vuole salire una torre pubblicitaria.

Il Premio Montagne d’Italia per il miglior film italiano è assegnato a “Vergot”, di Cecilia Bozza Wolf, che racconta il percorso di accettazione dell’omosessualità in una famiglia trentina rurale. “Riders on the storm”, di Franz Walter, è il vincitore del Premio C.A.I. per il miglior film di alpinismo, arrampicata, esplorazione, mentre il Premio SONY per la migliore fotografia se l’è aggiudicato “The Sound of Winter”, di Tizian Büchi. Il Miglior Cortometraggio è il canadese “The botanist” di Maude Plant-Husaruk e Maxime Lacoste-Lebuis.

L’”Oscar valdostano”, il Premio Film Commission Vallée d’Aoste, è andato a “Sagre Balere”, dedicato al mondo del liscio, di Alessandro Stevanon, mentre il Premio del Pubblico è stato conquistato da “Furia” di Marcello Vai, una storia di riscatto personale che ha emozionato la platea.

La ventesima edizione del Festival che si chiude oggi ha fatto registrare numerosi “tutto esaurito” e presenze superiori alle aspettative. Fra gli eventi più amati, quello d'apertura con due personaggi della commedia popolare, Massimo Boldi e Renato Pozzetto.  È stata accolta con grande calore anche l’attrice Lella Costa, che con Claudio Sabelli Fioretti ha raccontato, in bilico tra letteratura e mito, la figura di Walter Bonatti, al centro di “La Via lattea, divagazioni alpine”. Quanto a Maurizio “Manolo” Zanolla, la leggenda del free climbing, è stato al centro di un doppio seguitissimo appuntamento.

Grande successo anche per l’appuntamento dedicato ad Hervé Barmasse, che il 7 agosto si è raccontato attraverso “La montagna e la mia vita, tra zero e ottomila” e per la serata dedicata al mondo del Trail, con un doppio appuntamento: da un lato la partecipazione di Mira Rai, ex bambina soldato del Nepal, poi diventata runner di fama internazionale e dall'altra la storia di riscatto raccontata da Furia, di Marcello Vai, dedicata a Fulvio Jeantet.

Anche Alain Robert ha portato in sala una vera e propria folla, affascinata dall’”uomo ragno”, protagonista di un film fuori concorso. Nonostante un infortunio, Alain ha comunque partecipato allo spettacolo finale, Vertigo, per la regia di Gianluca Rossi con Alain Robert, Arcangela Redoglia, Anicet Leone, Andrea Damarco, Boylerz e Andrea Carlotto.

 

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