Un 63enne di Monza la vittima dell’incidente sul massiccio del Rosa

Giovanni Menin è stato colpito da un masso di grosse dimensioni, mentre assieme a due amici, scendeva dalla via normale alla vetta della punta Giordani. Il gruppo aveva modificato l'itinerario dopo essere stato sfiorato da una prima scarica.
Cronaca

Era un'ascensione tra amici, quella che tre alpinisti di Monza avevano programmato per stamattina, verso i 4.046 metri della Punta Giordani, nel massiccio del Monte Rosa. Purtroppo, uno di loro, Giovanni Menin, 63 anni, non è tornato a valle, colpito ed ucciso da un grosso masso staccatosi dalla parete, in una scarica che ha anche ferito una donna in parete assieme a lui (è al “Parini” di Aosta con una caviglia rotta). Il marito della scalatrice, ultimo componente del gruppo, è invece rimasto illeso.

E' successo nella mattinata di oggi, martedì 28 agosto. I tre erano partiti verso le 7.45 da Staffal di Gressoney-La-Trinité, spostandosi in funivia fino alla Punta Indren, dove ha inizio, con la traccia che porta al rifugio Gnifetti, la via normale alla vetta. L'incidente si è verificato in tarda mattinata, attorno alle 13, dopo che gli alpinisti avevano modificato il loro itinerario, perché sfiorati da una prima caduta di massi.

Si erano così allontanati dalla zona, preferendo scendere. Improvvisamente, quando il gruppo era a circa 3.600 metri, si è verificata una nuova scarica di rocce, che ha colpito fatalmente Menin e ferito la compagna di scalata. Il Soccorso Alpino Valdostano è intervenuto con l'elicottero, per soccorrere la donna. E' poi tornato sul posto per recuperare il corpo senza vita, ma l'operazione non è stata semplice: i continui crolli di materiale roccioso mettevano a rischio i soccorritori, che hanno proceduto issandolo a bordo, dopo averlo avvistato, senza rimanere a lungo a terra.

La salma è stata composta nella camera mortuaria di Gressoney-La-Trinité, dove si sono tenute le operazioni di riconoscimento formale, curate dal Soccorso Alpino della Guardia di finanza del Breuil, seguite dal riscontro del medico-legale. Appena ieri, il Sav aveva lanciato l'allarme sulla condizione cedevole delle pareti, alle ultime battute di una stagione con temperature elevate. “Massima attenzione” era stata la raccomandazione del direttore Adriano Favre. La volontà dei tre lombardi di non sfidare la sorte, allontanandosi dall'itinerario principale, purtroppo non è bastata.

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