Sequestro di beni e conti ad amministratori regionali ed ex: la Corte dei conti non arretra

Notificata nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 25 maggio, l'ordinanza del giudice Olessina: solo parziali variazioni rispetto al provvedimento iniziale di “blocco” di centocinquantun immobili e ottantuno conti correnti ai ventuno citati in giudizio.
Udienza Corte dei Conti su sequestro conti
Cronaca

Ad un mese dall'udienza, tenutasi il 24 aprile scorso, è arrivata la decisione. Per il giudice della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Alessandra Olessina, fatte salve le “liberazioni” già disposte con un precedente atto, il sequestro conservativo di centocinquantun immobili e ottantuno conti correnti attuato su richiesta della Procura contabile nei confronti di ventuno amministratori regionali, in carica ed ex, chiamati in causa per i finanziamenti deliberati al Casinò, è sostanzialmente confermato.

Gli interessati hanno ricevuto l'atto nel tardo pomeriggio di oggi, 25 maggio. Contiene, a quanto si apprende, solo parziali variazioni rispetto al provvedimento iniziale, scattato lo scorso 7 marzo e rivisto – relativamente agli “importi vitali” – alla fine dello stesso mese, dopo una prima udienza. Alla decisione è possibile presentare ricorso, nel termine di 20 giorni. Se qualcuno scegliesse tale cammino, sarebbe un collegio di magistrati ad esaminare la questione.

Il “faccia a faccia” tra gli otto legali dei ventuno “convenuti a giudizio”, il giudice Olessina e il procuratore Roberto Rizzi era durato oltre tre ore. Al termine dell'udienza, parlando anche a nome dei colleghi, l'avvocato Carlo Emanuele Gallo di Torino aveva riassunto la posizione delle difese sottolineando che “le scelte a favore del Casinò, e dell’Hotel Billia che fa parte dello stesso complesso, sono istituzionali della Val d’Aosta, a partire dallo Statuto e dalle leggi successive. Sono state scelte compiute in modo prudente e oculato e quindi i nostri assistiti devono essere prosciolti e, quantomeno per ora, il sequestro”, che rappresenta una decisione tale da mettere “nei fatti in pericolo l'autonomia regionale”, “deve essere eliminato”.

Il procuratore Rizzi aveva ribattuto: “L’autonomia non è un ombrello che ripara dall’applicazione della legge. L’autonomia è un grande vantaggio per la comunità valdostana, ma richiede il massimo rispetto per essere esercitata”. Uno “scambio” che, pur riguardando esclusivamente l'efficacia del sequestro conservativo, aveva in qualche modo anticipato i temi del giudizio di merito, con la prima udienza convocata per il prossimo 27 giugno.

La Procura, a seguito delle indagini (quasi parallelamente corre un procedimento penale che riguarda i vertici del Casinò e alcune figure chiave della Regione all'epoca dei fatti) ipotizza a carico dei ventuno consiglieri regionali ed ex consiglieri, nonché a un dirigente dell'amministrazione (escluso dal “blocco” di conti e beni), un danno erariale da 140 milioni, conseguente a quattro finanziamenti erogati alla casa da gioco tra il 2012 e il 2015. E' proprio l'entità significativa dell'ipotesi ad aver fatto scattare il sequestro, in un'ottica di protezione del credito che la Regione vanterebbe in caso di condanna dei citati in giudizio.

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