Restano in carcere i passeur arrestati con 38 migranti

Lo ha stabilito il Gip Luca Fadda dopo le udienze di convalida dei fermi, tenutesi sabato scorso, 19 gennaio, nel carcere di Brissogne. Tutti hanno risposto, due con informazioni che potrebbero essere utili per le indagini.
Furgone fermato con irregolari al Traforo del Monte Bianco
Cronaca

Per ora rimangono in cella a Brissogne i quattro passeur finiti in manette giovedì scorso, 17 gennaio, dopo aver tentato di oltrepassare la frontiera con tre mezzi sui quali viaggiavano 38 migranti asiatici senza titolo ad entrare in Francia. È la decisione del Gip Luca Fadda, a seguito delle udienze di convalida dei fermi, che si sono tenute sabato 19, nel carcere valdostano.

Gli arrestati – un romeno di 50 anni, un pakistano di 51, due iracheni di 30 e 43 – hanno risposto tutti alle domande del magistrato. Due, inoltre, hanno fornito elementi che potrebbero rivelarsi preziosi per le indagini in cui è impegnato il pm Eugenia Menichetti, riferendo tra l’altro che gli organizzatori del “viaggio” avevano superato il traforo nella stessa notte, ma a bordo di altri mezzi.

L’accusa, per tutti, è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, contestata con numerose aggravanti: aver esposto al pericolo l’incolumità personale e il trattamento inumano o degradante (26 migranti erano stipati su un furgone per il trasporto di merci), lo scopo di profitto e la minorata difesa. Due dei fermati sono difesi dall’avvocato Valeria Fadda, mentre gli altri dalla collega Genny Bouc.

L’ipotesi dell’esistenza di un’organizzazione del “trasporto” (resa già plausibile da elementi quali il noleggio, avvenuto a Torino, del furgone fermato dalla Polizia di frontiera) si era ulteriormente consolidata dopo un interrogatorio inquirente condotto dal pubblico ministero venerdì scorso, 18 gennaio. In quel caso, l’autista di un mezzo aveva spiegato di essere stato contattato per spostare dei mobili, dietro la promessa di 500 euro.

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