Maxi rissa al carcere di Brissogne tra detenuti

Oltre 30 detenuti si sono fronteggiati colpendosi con caffettiere, sbarre di ferro divelte dalle brande, sgabelli, manici di scopa ed altro. Episodio denunciato dall'Osapp. Il direttore: "emergenza gestita in un'ora dal personale ".
Il carcere di Brissogne
Cronaca

Da un lato detenuti sudamericani e dall’altro detenuti maghrebini: nella casa circondariale di Brissogne ieri, il 25 giugno, nel tardo pomeriggio è esplosa una maxi rissa che per l'Osapp l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, ha coinvolto 35 persone che si sono fronteggiate colpendosi con caffettiere, sbarre di ferro divelte dalle brande, sgabelli, manici di scopa ed altro. Bilancio finale: rissa sedata, ma contusioni ed ecchimosi di varia gravità e per un detenuto la rottura di un dito. 

In quel momento erano in servizio solo 4 unità della Polizia Penitenziaria, comunque prontamente intervenute per sedare gli scontri e comunque fortunatamente rimaste illese” ha dichiarato Leo Beneduci,  segretario generale del sindacato.

Versione più edulcorata quella messa in campo dalla casa circondariale per bocca del suo direttore Giorgio Leggieri, che dirige anche l'istituto di pena di Saluzzo: "Questi episodi, in realtà in cui è in forte aumento la popolazione straniera appartenente a etnie diverse, possono accadere, l'importante è evitare che degenerino. La colluttazione ieri ha interessato 7 persone detenute, ma è stata ben gestita dal personale e si è risolta nel giro di un'ora con conseguenze minime sul piano sanitario".

Il segretario generale dell'OSAPP nella nota stampa inviata alle redazioni denuncia : “La situazione nel carcere di Aosta è incandescente aggravata dalla notevole carenza di organico e dalla pluriennale e colpevole assenza di un Direttore titolare”. Leo Beneduci, in particolare, punta il dito contro il Provveditore Regionale e il Direttore generale del Personale colpevoli, secondo lui, di “non aver posto in essere alcuna forma di utile correttivo” il primo e di essere “autore di una impressionante riduzione degli organici di Polizia Penitenziaria su base meramente numerica” il secondo.

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