“La corsia 5 ora è vuota”: al funerale di Davide Auletta ricordi commossi e lacrime

Stamattina, a Saint-Christophe, in tanti per l'ultimo saluto al 46enne morto durante il ricovero seguito al malore che lo ha colpito mentre affrontava la traversata del lago di Viverone a nuoto, il 4 agosto scorso.
I funerali di Davide Auletta, a Saint-Christophe.
Cronaca

Mentre l'Emilius e la Becca di Nona stanno a guardare, proprio davanti alla chiesa, un'inattesa brezza settembrina sferza i volti delle persone sul sagrato, rendendo ancora meno semplice, per molti, celare le lacrime. Pianti che, nel loro dolore, ricordano quanto Davide Auletta – il 46enne morto dopo quasi venti giorni di un disperato ricovero, seguito ad un malore durante una gara di nuoto al lago di Viverone – fosse ben voluto da tutte le persone che lo avevano incrociato, vuoi per il nuoto, vuoi durante le corse dei bus che guidava da vent'anni, vuoi perché era incapace di negare una parola ed un sorriso al prossimo.

Tutte e tante, al punto che oggi, sabato 1 settembre, per l'ultimo saluto al giovane, i banchi della chiesa arrampicata sulla collina di Saint-Christophe si sono riempiti in un batter di ciglia con chi seguiva il feretro arrivato da Ponderano (a Biella, dove Auletta era in ospedale) e a parecchi non è rimasto che fermarsi all'esterno. A squarciare il velo di tristezza collettiva, probabilmente intuendo che era sentimento tra i più lontani dal carattere del giovane uomo, ha provato il sacerdote chiamato a celebrare il rito, don Giancarlo Gariglio, con un'omelia incentrata sulla riscrittura dell'“Eterno riposo”.

E così, dinanzi alla bara in legno chiaro sovrastata da un cuscino di fiori rossi, il reverendo ha spiegato che il “nuovo” verso che conclude la preghiera, cioè “vivano per sempre felici e contenti”, è il miglior augurio che si possa dedicare allo scomparso. “Un tipo sportivo, dinamico, nuotatore, come Davide… ve lo vedete dormire in eterno?” ha chiesto a voce alta a se stesso, trovando pochi secondi dopo la risposta. “Io non l'ho conosciuto – ha aggiunto – ma per come ne ho sentito parlare preferisco pregare per augurargli che viva in eterno”.

Parole che non avranno risolto i tanti “perché” di cui ognuno sente il peso ad una cerimonia funebre (affidati, per la giustizia terrena, all'inchiesta della Procura di Biella), ma che hanno rilanciato quell'immagine di Auletta quale spirito in perenne movimento, capace di aggregare naturalmente attorno a sé, ora con un aiuto, ora con un consiglio, riconosciuta universalmente. Un'immagine che rappresenta anche l'appiglio più concreto cui la compagna Manuela, rimasta da sola con le tre bimbe di Davide, assieme al papà Giuseppe e alla sorella Anna Maria, potranno aggrapparsi con tutte le loro forze, nella prova di forza cui la vita li ha chiamati.

Al termine della funzione, un amico della piscina ha ricordato come aveva conosciuto il nuotatore scomparso, per concludere il commosso racconto con: “la corsia 5 (quella in cui Auletta era uso allenarsi, ndr.) è vuota”. Lo ha salutato un applauso, poi la bara è stata portata a spalle al vicino cimitero del paese, dove i presenti si sono stretti ai parenti nell'ultimo abbraccio al 46enne che ognuno ricorderà sotto una veste diversa, a seconda di dove lo aveva conosciuto. Per tutti, però, vivrà in ricordi a base di una persona cortese e sorridente, strappata ai suoi cari da ciò che più amava fare.

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