Inchiesta corruzione, quei rapporti “privilegiati” e “inopportuni” con “interessi economici comuni”

Nelle 63 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato ai domiciliari Cuomo e Accornero viene evidenziata: “Una propensione delinquenziale decisa da parte degli indagati nel settore dei delitti contro la pubblica amministrazione".
La presentazione del programma eventi del Forte - Da sx Rollandin e Accornero
Cronaca

“Una propensione delinquenziale decisa da parte degli indagati nel settore dei delitti contro la pubblica amministrazione". E’ uno dei passaggi chiave dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal Gip Davide Paladino per l’imprenditore Gerardo Cuomo e il manager di Finaosta, Gabriele Accornero.

Nelle 63 pagine del dispositivo, anticipate dall'Agenzia Ansa, arriva la conferma di quanto già la Dda di Torino aveva evidenziato rispetto al titolare del Caseificio valdostano ovvero i “rapporti privilegiati intrattenuti con alcuni influenti politici valdostani".

A cominciare da quelli con l'ex Presidente della Regione, Augusto Rollandin “il cui ruolo, nell'ambito delle condotte illecite fin qui disvelate appare, ad oggi – si legge nell'ordinanza – anche per la cautela con cui il personaggio pare muoversi, solo parzialmente definito, ma tutt'altro che secondario”.

Ma nelle carte salta fuori anche il nome dell’Assessore al Bilancio, Ego Perron.
"Di assoluto rilievo appaiono i rapporti tra Gerardo Cuomo e Ego Perron, già assessore al bilancio nella Giunta regionale presieduta da Rollandin”. Il Gip evidenzia il ruolo svolto da Cuomo “nel sostenere i candidati legati ai suoi politici di riferimento, Rollandin e Perron, come reso palese dalle conversazioni intercettate nell'ambito del suddetto procedimento, da cui emerge che Cuomo, alle ultime elezioni comunali di Aosta, abbia appoggiato il candidato sponsorizzato da Perron".

Altro punto da chiarire sono i rapporti fra Rollandin e Accornero “considerato che quest'ultimo, come sin qui emerso, è uomo di totale fiducia del primo e ha agito all'interno del Forte di Bard in virtù di una delega di poteri incondizionata da parte dell'ex presidente della Giunta regionale".

A delineare il rapporto fra i due sono le dichiarazioni rese in Procura nel luglio scorso dall’Assessore regionale alla Cultura, Emily Rini. "Sono rimasta colpita, da cittadina, dal fatto che ci fossero rapporti quantomeno inopportuni tra un imprenditore e enti pubblici. – si legge ancora nell’ordinanza –  Io ho fatto anche presente a Rollandin dell'inopportunità di certi comportamenti di Accornero ma su questo Rollandin era irremovibile perché aveva un'opinione ottima di Accornero, una totale fiducia in lui e non accettava minimamente che lo si mettesse in discussione".

L’Assessore regionale alla Cultura compare nelle carte anche per la sua causa di divorzio. Gerardo Cuomo, secondo quanto ricostruito, si presentò il giorno dell’udienza di separazione, nella stanza del Presidente del tribunale, "offrendo all’ex marito di Rini, all’epoca disoccupato, un contratto di lavoro, essenzialmente per compiacere la Rini e personaggi politici a lei legati”.

A ricostruire la vicenda, come spiega l’ordinanza, è l’ex coniuge di Rini al Pm. “Devo dire che quando mia moglie mi disse che aveva l'intenzione di lasciarmi, mi disse anche che io ero senza lavoro, ma che lei aveva chiesto a Rollandin se fosse possibile trovarmi un lavoro. Io le dissi che non ero interessato ad avere un lavoro in questo modo". 

 L'ex marito di Emily Rini poi aggiunge: "Da quello che mi diceva mia moglie quando eravamo insieme Cuomo era persona da lei conosciuta, ma in quanto amico di Rollandin". 

L'amicizia fra Cuomo e Accornero
Cuomo risulta poi particolarmente legato ad Accornero. "Fra i legami intessuti da Accornero con imprenditori privati  – prosegue l'ordinanza – spicca indubbiamente quello con Gerardo Cuomo, figura con la quale ha stabilito solidi rapporti di frequentazione ed amicizia intessuti da comuni interessi economici". 

Il titolare del Caseificio valdostano venne contattato da un artigiano, non pagato da Accornero, per alcuni lavori edili nella sua abitazione di Porossan. "Ho fatto male a fidarmi di Accornero – ha raccontato al pm – in quanto pensavo che avrebbe pagato senza problemi e invece ha cominciato a trovare delle scuse. Visto che non mi rispondeva al telefono, mi sono rivolto a Cuomo. Quando ci siamo visti, mi chiese quale fosse il prezzo del materiale e mi disse che non c'erano problemi e che avrebbe pagato lui".
La fattura fu intestata al Caseificio valdostano. "Io ho dichiarato di aver fatto lavori di sistemazione di porte e ripiani al caseificio – ha aggiunto l'artigiano – ma quelle dichiarazioni non rispondono a verità perché io lavori per Cuomo non ne ho mai fatti. Quella fattura è falsa, è stata fatta per giustificare il bonifico bancario che Cuomo mi aveva fatto per pagarmi i materiali dei lavori eseguiti a casa di Accornero".

La casa di Porossan del manager di Finaosta fu oggetto di altri lavori, pagati dal Manager, secondo gli inquirenti, il 50% in meno a fronte dell'affidamento della gara relativa alla sostituzione della scala di accesso al Museo delle Alpi del Forte di Bard.

"L'opera di Simone D'Anello (progettazione e direzione dei lavori) – si legge – è stata svolta senza ricevere alcun emolumento retributivo, quella di Salvatore D'Anello (effettuazione lavori) a fronte di un preventivo prima di 171.296,67 euro e poi di 108.524,30 euro, è stata pagata "con la cifra nettamente inferiore di 56.982 euro".

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