Inchiesta Casinò, la Procura chiede il Processo per gli otto imputati

Contestate le false comunicazioni sociali e la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche a due ex amministratori unici, al collegio sindacale e ai tre ex assessori alle finanze Perron, Baccega e Rollandin (quest’ultimo in “interim” da Presidente).
La casa da gioco di Saint-Vincent
Cronaca

Si va verso il processo sui bilanci e i finanziamenti regionali al Casinò. Il pm Eugenia Menichetti ha firmato oggi, giovedì 14 giugno, le richieste di rinvio a giudizio per gli otto coinvolti nell’inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. Si tratta degli ex vertici della casa da gioco (gli amministratori unici Luca Frigerio e Lorenzo Sommo) e del Collegio sindacale (Fabrizio Brunello, Jean-Paul Zanini e Laura Filetti) del periodo 2012-2015, nonché degli amministratori regionali – in carica e del passato – Augusto Rollandin, Mauro Baccega ed Ego Perron.

Le accuse, mosse a vario titolo, sono di false comunicazioni sociali e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Procura contesta, inoltre, la responsabilità amministrativa alla “Casinò de la Vallée”, per i reati ipotizzati nei confronti degli allora amministratori della società.

L’imputazione per ex vertici ed organo di controllo
Secondo gli inquirenti, gli allora amministratori unici e il Collegio sindacale avrebbero esposto, nei bilanci degli esercizi dal 2012 al 2015 della casa da gioco, “fatti materiali non rispondenti al vero in ordine alle condizioni economiche della società”. In particolare, nella tesi dell’accusa, sarebbero state stanziate “imposte anticipate ai fini Ires sulle perdite, in assenza di attendibile prospettiva che la società tornasse in utile negli esercizi successivi” e quindi potesse riassorbirle.

Altresì, negli stessi anni, si sarebbe omesso di “recuperare gli imposti stanziati per imposte anticipate”, dando luogo all’esposizione nel documento contabile di perdite di esercizio inferiori a quelle effettive. Nella ricostruzione dell’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna, a bilancio è finito un deficit di 18.624.128 euro nel 2012, quando le perdite effettive erano di 26.564.912 euro”; di “21.083.982 euro nel 2013”, contro “37.649.127 euro”; di “19.139.190 euro nel 2014”, anziché “41.655.933 euro”; di “18.566.046 euro nel 2015”, a fronte di una valutazione del passivo degli inquirenti di “42.540.992 euro”. Agli ex vertici ed all’organo di controllo del Casinò, la Procura addebita infine di aver esposto indebitamente, tra le voci dei bilanci, “crediti per imposte anticipate”.

Truffa, l’accusa per gli amministratori regionali
Stando all’esito delle indagini, la situazione non veritiera esposta nei bilanci dell’azienda di Saint-Vincent avrebbe “indotto in errore la Regione” (“e la sua partecipata Finaosta”), che ha deliberato finanziamenti all’azienda per circa 140 milioni di euro, nell’arco di più anni. Questa cifra è alla base dell’ipotesi di truffa, oltre ad essere al centro dell’indagine contabile della Corte dei Conti che ha visto il blocco dei beni e dei depositi di ventuno amministratori regionali, in attesa dell’udienza di merito che inizierà il prossimo 27 giugno.

In particolare, il pm Menichetti accusa gli ex assessori al bilancio (in vari periodi) Rollandin (in una parentesi “ad interim”, da presidente della Regione), Baccega e Perron, in concorso con gli ex amministratori Frigerio e Sommo e con i sindaci Brunello e Zanini di essere stati consapevoli, in ragione dei rispettivi ruoli, “della reale situazione economico patrimoniale del Casinò”, della “consistenza delle perdite e della inconsistenza dei piani di sviluppo” e, malgrado ciò, di aver condotto ai quattro provvedimenti di erogazione di liquidità (tramite ricapitalizzazioni o mutui).

Agli amministratori, la Procura addebita il ricorso ad “artifici e raggiri” consistiti nel dissimulare nei bilanci oggetto dell’inchiesta “la reale consistenza delle perdite (in modo da poter formulare piani industriali di sviluppo in realtà irrealizzabili) e la prospettiva negli anni a seguire di conseguire ulteriori negativi di esercizio”. In particolare, Perron e Rollandin avrebbero fatto "credere ai membri del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, in sede di approvazione della delibera concernente la ricapitalizzazione della Casinò de la Vallée (nell’ottobre 2014, ndr.) che si fossero verificati i presupposti necessari per rendere obbligatoria” la procedura, mentre per gli inquirenti non era così.

La responsabilità amministrativa del Casinò
Alla società “Casinò de la Vallée” viene addebitata la responsabilità amministrativa quale ente responsabile per l'illecito amministrativo dipendente dai reati "commessi dagli amministratori Frigerio e Sommo", nell'interesse "o, comunque, a vantaggio" della società di gestione della casa da gioco, a favore della quale "venivano approvati i bilanci di esercizio riportanti fatti materiali non rispondenti al vero", nonché al quale "venivano erogati i finanziamenti" regionali.

La parola al Gup
Le richieste di rinvio a giudizio per gli otto imputati sono ora sulla scrivania del Gup del Tribunale, che dovrà pronunciarsi fissando la data dell’udienza preliminare. In quell’occasione, gli imputati avranno la facoltà di chiedere riti alternativi, oppure procedere alla discussione, che potrà concludersi con il rinvio a giudizio (il processo continuerà quindi con il dibattimento ordinario), o l’archiviazione delle loro posizioni. Sarà anche la sede in cui la Regione, che risulta parte offesa nella vicenda, potrà costituirsi parte civile nel procedimento.

Le indagini preliminari erano state chiuse inizialmente nello scorso febbraio. Dopodiché, visti anche gli atti difensivi di alcuni indagati ed alcune notizie apparse sugli organi di stampa, il pm Menichetti ha proceduto a nuovi accertamenti, sentendo anche diverse “persone informate sui fatti”. Sono state così riformulate le contestazioni, con nuovi avvisi di chiusura notificati lo scorso 17 maggio. Trascorsi i termini a disposizione degli indagati, senza che siano pervenute memorie difensive o richieste d’interrogatorio, sono partite le richieste di rinvio a giudizio di oggi, che li trasformano in imputati.

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