Il CSM ha deciso: Pasquale Longarini sospeso da funzioni e stipendio

L’ex Procuratore capo facente funzioni di Aosta, ai domiciliari dallo scorso 30 gennaio, è stato collocato fuori dal ruolo della magistratura. Previsto per l'ormai ex pm, come avviene nei casi di sospensione, un assegno di mantenimento.
Pasquale Longarini
Cronaca

E’ ufficiale: il Consiglio Superiore della Magistratura ha tolto (momentaneamente) la toga a Pasquale Longarini, già pubblico ministero e Procuratore capo facente funzioni di Aosta, agli arresti domiciliari da lunedì 30 gennaio scorso. Il provvedimento di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, che dispone altresì la collocazione fuori dal ruolo della magistratura, è stato assunto nel pomeriggio dalla Sezione disciplinare del Csm.

Longarini è accusato, nell’ambito di una indagine condotta dalla Procura di Milano per competenza sulla magistratura aostana, di favoreggiamento personale e di induzione indebita a dare o promettere utilità. Proprio l'altro ieri, martedì 7 febbraio, il Gip meneghino Giuseppina Barbara ha negato la revoca della custodia cautelare, sollecitata dall'istanza depositata dai legali che assistono Longarini, in fase di interrogatorio di garanzia, motivando tale scelta con il permanere di "attuali e concreti" rischi di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.

La sospensione da funzioni e stipendio – richiesta, in prima battuta, dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e quindi dal Procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo – costituisce un atto dovuto nel caso in cui una misura cautelare personale interessi un magistrato, al quale viene riconosciuto – nel periodo di efficacia del provvedimento – un assegno di mantenimento.

Pasquale Longarini era arrivato ad Aosta all’inizio degli anni ’90 e da allora ha ininterrottamente lavorato nel palazzo di giustizia di via Ollietti (ricoprendo incarichi anche in Pretura). Nella sua carriera si è occupato di numerose inchieste delicate, che hanno riguardato anche la politica. Suoi, proprio negli anni dell’arrivo in Valle, i fascicoli che portarono in carcere l’allora presidente della Regione Augusto Rollandin e alle dimissioni un’altro capo dell’esecutivo regionale, Dino Viérin.

Negli anni duemila, Longarini aveva lavorato ad un altro caso che aveva scosso la Valle d’Aosta: l’omicidio, a Cogne, del piccolo Samuele Lorenzi, avvenuto il 30 gennaio 2001. Assieme alla collega Stefania Cugge, al pm era toccato sostenere l’accusa nel processo di primo grado, chiusosi nel 2004 con la condanna a 30 anni (ridotti a 16 in Appello, con conferma in Cassazione) di Anna Maria Franzoni, madre del bambino di tre anni. 

Dal novembre 2016, con il trasferimento a Novara dell’allora capo della Procura aostana, Marilinda Mineccia (dalla quale era partita, si è poi appreso, la segnalazione al procuratore generale di Torino da cui sono scaturite le indagini culminate nelle misure di custodia cautelare per il pm e per l’imprenditore Gerardo Cuomo), Longarini era stato nominato Procuratore capo facente funzioni, in attesa che il CSM si pronunciasse sul titolare definitivo del posto. Dopo l’arresto, tale ruolo è stato attribuito, sempre nelle more della decisione del Consiglio Superiore, a Giancarlo Avenati Bassi, sostituto procuratore a Torino.

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