Corruzione sotto il Cervino, continua il silenzio di Chiavazza

La “figura chiave” dell’inchiesta “Do Ut Des” ha scelto di non rispondere, oggi, al pm Luca Ceccanti. Per ora, respinta l’istanza del suo difensore, resta in carcere. E l’Unité des communes Monte Cervino gli revoca il comando da Valtournenche.
Fabio Chiavazza.
Cronaca

Dopo aver imboccato il viale del silenzio con il Gip, ha continuato a percorrerlo dinanzi al pm. Fabio Chiavazza, figura chiave dell’inchiesta della Procura “Do Ut Des” riguardante un presunto giro di corruzione ed appalti pilotati all’ombra del Cervino, si è avvalso anche oggi, giovedì 29 novembre, della facoltà di non rispondere in interrogatorio. Aveva davanti, nel carcere di Brissogne, dov’è rinchiuso da dieci giorni, il sostituto procuratore Luca Ceccanti, che gli contesta, tra l’altro, concussione, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Il magistrato titolare delle indagini, affidate ai Carabinieri, sta lavorando (anche) sui rapporti tra il 48enne in cella, ex responsabile dell’ufficio tecnico di Valtournenche, cui viene addebitato l’“addomesticamento” di almeno sei gare pubbliche (per un totale di poco inferiore ai 300mila euro), e i soci della Edilvu, impresa edile di Challand-Saint-Victor, ai “domiciliari” perché ritenuti aver corrotto il funzionario con oltre 50mila euro al fine di aggiudicarsi le opere. In quest’ottica, oltre al maxi-sequestro disposto dalla Procura nei confronti dell’azienda, il pm Ceccanti aveva interrogato ieri Ivan Vuillermin, uno dei tre imprenditori.

Le dichiarazioni da lui rese, tuttavia, non possono, per ora, essere messe a confronto con la versione di Chiavazza, che continua a tacere. E che resta in cella: il Gip Giuseppe Colazingari ha infatti respinto l’istanza depositata dal suo legale, l’avvocato Massimiliano Sciulli, lo scorso 23 novembre, per ottenere la revoca della custodia cautelare in carcere, o quantomeno gli arresti domiciliari ad Antey. Gli inquirenti proseguono intanto nel lavoro, setacciando i contenuti delle decine di personal computer e la copiosa documentazione sequestrati nelle perquisizioni effettuate la mattina in cui, la settimana scorsa, il “blitz” degli uomini dell’Arma ha scosso la Valtournenche.

Stamattina in Tribunale si sono poi svolti gli ultimi interrogatori di garanzia degli otto indagati colpiti da misure di custodia cautelare (ma in tutto sono, al momento, oltre venti). Stamane è stata la volta dei liberi professionisti Stefano Rossi di Piacenza e Rosario Andrea Benincasa Di Caravacio di Torino, sottoposti ad obbligo di dimora e di presentazione alla pg, accusati di aver “concertato”, con l’ingegner Corrado Trasino di Saint-Christophe, le offerte da presentare ad una gara, bandita dall’Anas, relativa ai servizi tecnici per la variante di Etroubles.

Infine, novità per Chiavazza arrivano anche sul versante professionale. L’Unité des communes Mont Cervin, nella quale il funzionario era in servizio prima del fermo, ha deciso oggi di revocare il suo comando temporaneo, “in modo – come ha spiegato il presidente, Erik Lavevaz – che anche il comune di Valtournenche possa assumere le decisioni conseguenti, come datore di lavoro”. Quanto alle mansioni svolte da Chiavazza, “revocato il comando, dovremo trovare una soluzione alternativa”.

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