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Continua l’indagine della Procura sulla morte dell’alpinista spagnolo, ma la salma non si trova

Dell’indagine, che riguarda le esatte circostanze dell’incidente, con uno dei compagni a tagliare la corda che lo univa allo scomparso, si occupa il Pubblico ministero Luca Ceccanti. Dopo il sorvolo sul Cervino, oggi, altre missioni di soccorso per il SAV
Cronaca

L’odissea vissuta dagli alpinisti spagnoli sul Cervino, in cui uno di loro è morto durante la discesa dalla vetta, diventa oggetto di accertamenti della Procura di Aosta. I due superstiti sono stati sentiti dalla Guardia di Finanza del Breuil. Uno, il 52enne Juan Ramon Jimenez, ha spiegato che, al momento dell’incidente costato la vita ad Antonio Jesus Velez Ruiz (46 anni), avvenuto alla base della scala Jordan, aveva già imboccato una corda fissa dopo un leggero cambio di direzione ed era quindi nascosto dagli altri due compagni.

L’altro, José Manuel Arguelles, 36 anni, era legato all’alpinista caduto ed ha raccontato che, per effetto dell’improvviso strattone, è finito a testa in giù. Ha riferito di essere riuscito a liberarsi e di aver chiamato e tirato a sé il capo più volte, senza ricevere alcun tipo di risposta dal compagno, finito una ventina di metri sotto e descritto come immobile. A quel punto, Arguelles, mentre sulla montagna impazzava la bufera che ha impedito ai soccorsi di raggiungerli in elicottero, ha deciso di tagliare la corda e continuare la discesa con Jimenez

Proprio su questo frangente dell’ascensione si concentra l’indagine coordinata dal pubblico ministero Luca Ceccanti. Per completare la ricostruzione dell’accaduto, tuttavia, serve recuperare il corpo di Velez Ruiz, a circa 4.300 metri di altitudine. Il Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza, a bordo dell’elicottero “Sierra Alfa 1” ci hanno provato stamattina, senza però giungere al risultato auspicato. La zona in cui, secondo le testimonianze dei superstiti, è avvenuto l’incidente è stata coperta dalla neve caduta finché la perturbazione abbattutasi sulla montagna non ha lasciato la Gran Becca. Sicuramente ha coperto il corpo e potrebbe anche, avendo aggiunto del peso, averne causato un ulteriore spostamento.

Le operazioni di ricerca e recupero riprenderanno quindi dopo l’esame di una serie di fotografie scattate durante il sorvolo di oggi. Nel frattempo, la pagina Facebook dell’alpinista scomparso, giudicato il più esperto dei tre componenti della cordata, tutti provenienti da Granada, in Andalusia, si è riempita di messaggi di cordoglio delle persone che lo conoscevano. La maggior parte sono apparsi come commenti ad una foto, sempre di alpinismo (tema cui è dedicata quasi interamente la bacheca) pubblicata il 27 agosto (quindi tre giorni prima dell’arrivo in vetta al Cervino e della sua morte), in cui Velez Ruiz stava affrontando una scalata in compagnia degli amici che lo hanno accompagnato anche in Valle d’Aosta. In uno dei pensieri si legge: “mai fidarsi della montagna, non ha amici, né cugini, né conoscenti”.

Dopo il sorvolo mirato alla ricerca del cadavere, tra le diverse missioni di soccorso che hanno impegnato oggi, domenica 3 settembre, il Soccorso Alpino Valdostano si segnalano quelle al Colle della Croce (a circa 2.200 metri, nella zona del lago d’Arpy, comune di Morgex), per recuperare un ciclista che si è cagionato un politrauma (il video qui sopra è riferito a questa operazione, ndr), e a Cogne, sul colle Invergneux, e sopra il rifugio Dondena, per soccorrere due escursionisti con traumi da caduta. Nessuno dei feriti appare in condizioni particolarmente gravi.

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