Un altro trailer perde la vita sul Monte Bianco, l’ira del Sindaco di Saint-Gervais

Jean-Marc Peillex, dopo l'ordinanza che vieta l'ascesa al "Tetto d'Europa" a chi senza attrezzatura di base, scrive alla Prefettura, accusando lo Stato di complicità: "Preferisce difendere uno pseudo principio di libertà rispetto alla vita".
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Cronaca

La morte continua a correre sulla cima del Monte Bianco. L'ultima vittima, un 28enne la cui nazionalità e identità non sono state ancora divulgate, è di questa mattina, sul versante francese del 'Tetto d'Europa'. nella zona delle cresta delle Bosses. 

Stando alle prime informazioni il giovane indossava una tenuta da trailer, notizia che ha fatto infuriare il Sindaco del comune d'oltralpe Saint-Gervais-les-Bains Jean-Marc Peillex, già protagonista in queste settimane di dure critiche nei confronti di chi affronta la montagna con un equipaggiamento inadatto, e di una ordinanza – firmata il 17 agosto – che imponeva a tutti gli aspiranti scalatori l'utilizzo di una specifica attrezzatura di base.

Peillex, via comunicato stampa, scrive: “Dopo l'alpinista italiano di 58 anni all'Aiguille du Goûter di martedì 22 agosto, oggi è stato un giovane trailer di 28anni a cadere mortalmente, praticamente nello stesso luogo in cui è caduto il trailer morto il 17 agosto”. Incidente che, prosegue il Sindaco, “metteva in evidenza l'incoscienza di questo sportivo male equipaggiato e aveva motivato la mia decisione di emanare un'ordinanza municipale che fissava una lista di materiale minimo necessario per l'ascensione al Monte Bianco”.

Poi lo sfogo: “In risposta – attacca Peillex – qualche trailer ha pensato bene di prendersene gioco o di insultare. Oggi li lascio meditare su ciò che è più importante nella vita, se la vita o le sfide stupide. Sono in collera con la stupidità di chi non sa far altro che criticare, e sono fiero e mi assumo tutte le decisioni che ho preso”.

A questo breve comunicato, però, il Sindaco di Saint-Gervais allega una missiva inviata a Pierre Lambert, Prefetto dell'Alta Savoia, che – dice – non vuole essere un attacco ma nella sostanza è piuttosto cruda: “Sono costernato – scrive Peillex al Prefetto – di constatare il silenzio dell'amministrazione che rappresentate, come quello dei parlamentari che non hanno avuto nessuna reazione di fronte a questi drammi umani e a queste persone che calpestano le elementare regole della sicurezza, della legge e dei regolamenti”.

Poi, alza l'asticella: “Considero questa posizione dello Stato come una vera e propria complicità, preferendo difendere uno pseudo principio di libertà piuttosto che quello alla vita. Oso sperare che la lista dei decessi non si allunghi indefinitamente e che qualcuno voglia infine prendere le misure necessarie per fare rispettare l'ordinanza che ho emanato. Chiedo al Signor Presidente della Repubblica di voler spiegare il silenzio e l'assenza di reazione della sua amministrazione, e mi richiamo al suo senso del rispetto dei valori e della vita”.

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