Tor des Géants, si sgonfia la polemica su Franco Collé: “Tutto regolare”

“Purtroppo, o per fortuna, il Tor des Géants è anche una gara e, come in tutte le manifestazioni sportive aventi un certo rilievo, non possono che esservi collegate delle leggende metropolitane." Cosi Collé in un lungo post sulla propria pagina Facebook.
Franco Collé
Sport

“Purtroppo, o per fortuna, il Tor des Géants è anche una gara e, come in tutte le manifestazioni sportive aventi un certo rilievo, non possono che esservi collegate delle leggende metropolitane. Penso che a ciascun finisher che si è conquistato i 330km vivendo intensamente ogni passo, possa far male sentir parlare di passaggi in auto, doping, facilitazioni sul percorso, maschere d’ossigeno. Solo chi ha corso onestamente ogni metro di questa magnifica avventura può capire quanto possano far male queste leggende”. Si chiude definitivamente con queste parole di Franco Collé (3° al traguardo di Courmayeur, ndr), postate ieri sera sulla pagina facebook, la polemica, più che altro mediatica, che lo ha visto suo malgrado protagonista lo scorso fine settimana. Accusato con un esposto anonimo, corredato di fotografie, di aver tagliato il percorso di gara, nella tappa che da Cogne porta a Donnas, nei pressi del lago Miserin, l’atleta di Gressoney aveva ammesso di aver deviato leggermente la rotta per “mettere i piedi nell’acqua del torrente, in modo da alleviare il dolore ai tendini”.

Una modifica al percorso che non l’ha avvantaggiato, se non di qualche decine di metri, ma che soprattutto non costituisce una violazione al regolamento, come spiega Alessandra Nicoletti, presidente di Vda Trailers. “L’atleta dovrebbe seguire il percorso tracciato ma se sbaglia non possiamo sparargli alle gambe. Il regolamento prescrive solo che tutti i corridori devono passare ai punti di controllo e Collé lo ha fatto. La sua deviazione, da lui stesso ammessa a fine gara, non gli ha portato nessuno vantaggio o svantaggio.”

Nicoletti punta poi il dito contro l’anonimato dell’esposto. “Chi fa un esposto dovrebbe anche avere il coraggio di firmarlo – sottolinea la presidente di Vda Trailers – altrimenti si auto invalida. I controlli comunque sono stati fatti come da regolamento e per noi la vicenda finisce lì. La polemica è ora fine a se stessa”.

Caso diverso, quindi, da quello che vide protagonista due anni fa il ticinese Marco Gazzola, giunto primo a Courmayeur e poi squalificato per aver saltato un punto di controllo, e più simile forse a quello che al termine della prima edizione coinvolse Abele Blanc, accusato di aver usufruito di un passaggio in auto, nell’ultimo tratto del percorso. Accuse diventate leggende metropolitane, come scritto da Collé. “Del mio Tor si parlerà per la prestazione e il tempo al traguardo, che ha sorpreso anche me – ha concluso il gressonaro su facebook – ma sappiate che il ricordo che sempre mi accompagnerà saranno invece le sensazioni vissute passo a passo, il fatto che con onestà e sacrifici sono stato capace di correre solo contro me stesso e la consapevolezza di avere tante persone che mi stimano”.

Mentre si allontanano quindi le ombre sulla deviazione di Collé rimane ancora da lavorare per garantire sempre più credibilità alla gara e soprattutto ad alcuni record, sui quali sospetti e allusioni non sono mancati. “Sui controlli antidoping bisogna ragionarci a livello generale di ultratrail – sottolinea Alessandra Nicoletti –- ma in Italia si è ancora indietro. Questi controlli vanno fatti da parte di strutture riconosciute dalla Wada (World Antidoping Agency). Inoltre il Trail running, disciplina soprattutto in Italia giovanissima, non fa parte ancora di alcuna federazione quindi siamo molto distanti dall’obiettivo ma pian piano ci arriveremo”.

 

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