Quattro creste del Cervino in 16 ore, l’impresa record delle guide Cazzanelli e Steindl

Il valdostano ed il collega svizzero ieri - mercoledì 23 settembre - hanno scritto una nuova pagina di storia dell'alpinismo della "Gran Becca" arrampicandosi sulle creste Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone con 7 ore in meno rispetto al tempo del '92.
L'impresa di Cazzanelli e Steindl
Sport

16 ore e 4 minuti per inerpicarsi, concatenate, fino in vetta alle quattro creste del Cervino Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone. Un nuovo, sorprendente record, che supera quello di 23 ore di 26 anni fa – era il 1992 – quando il concatenamento fu attraversato per la prima volta da Hans Kammerlander e Diego Wellig.

C’è tanta Valle d’Aosta nella nuova pagina scritta ieri, mercoledì 12 settembre, sulla “Gran Becca”, e soprattutto nei 4476 metri scalati – con uno sviluppo di 29,840 km – perché a compiere l’impresa è stata la guida alpina di Cervinia François Cazzanelli assieme al collega svizzero Andreas Steindl. Un'impresa che – lo dice il nome – porta con sé un grande carico di fatica, compensato da soddisfazione vera, lassù, “in cima al mondo”: “Sono molto contento, è stata veramente una avventura stupenda – ha spiegato Cazzanelli –. Siamo andati, a mio parere, molto forti. Non è stato facile, il terreno era molto tecnico, le difficoltà erano abbastanza sostenute, soprattutto sulle creste di Furgen e Zmutt. Portare a casa una performance così è davvero una grande soddisfazione”.

La cordata italo-svizzera è partita in piena notte, alle 2.20, dal rifugio dell’Hörnli in Svizzera attaccando subito la prima, omonima cresta, lungo la via normale svizzera che i due alpinisti hanno scalato in 1 ora e 40 minuti. In due ore e mezza Cazzanelli e Steindl sono poi rientrati al rifugio dove hanno cambiato il materiale, ripartendo di nuovo in direzione della cresta di Furgen, la più difficile delle quattro.

Da lì in sole 4 ore le due guide erano di nuovo in vetta al Cervino per la seconda volta, pronti a scendere nuovamente i pendii per la cresta dell’Hörnli per muovere l’attacco successivo, la cresta di Zmutt.  Una discesa dalla via normale svizzera, nuovamente l’Hörnli, e attraverso il ghiacciaio alla base della parete nord del Cervino fino a trovarsi a scalare la cresta di Zmutt, anch’essa difficile, tecnica, perché il Cervino non si lascia “conquistare” da tutti.

Cazzanelli e Steindl tornano invece in vetta della “Gran Becca” per la terza volta per scendere d’infilata per la cresta del Leone, la via normale italiana, fino al Colle del Leone, dal quale si erge al cielo la cresta vera e propria, per ripartire e raggiungere la vetta del Cervino per la quarta volta, toccata in meno di 15 ore dalla partenza. Ed ora la discesa, l’atto finale dell’impresa. Il momento in cui è deconcentrarsi è pericoloso. Ma le due guide lo sanno bene, e in un’ora e 4 minuti sono al rifugio dell’Hörnli, da dove era partito il timer e dove si ferma segnando il nuovo record: 16 ore e 4 minuti.

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