Picchi di polveri nell’aria in Valle, superamento dei valori previsto anche per il benzo[a]pirene

Responsabili gli incendi in Valchiusella e Val di Susa, la notizia è emersa stamattina durante i lavori dell'Osservatorio comunale sulla qualità dell'aria. La Cogne al lavoro per maggiori controlli sulle forniture di rottami.
Un'immagine satellitare dei fumi degli incendi piemontesi (ARPA Piemonte).
Società

Inevitabilmente, a tenere banco stamane durante l'Osservatorio sulla Qualità dell'aria del Comune di Aosta – per l'occasione presso la centrale di Telcha, nell'area Espace Aosta – sono stati i picchi di polveri nell'aria legati agli incendi che da giorni si sono sviluppati in Vachiusella e Val di Susa, e già in calo.

“I limiti di PM10 – spiegano i tecnici Arpa – sono da anni intorno ai 20 μg/m³, la metà circa del limite normativo. Il 25 ottobre 2017 c'è stato il valore più elevato rispetto agli anni precedenti e negli ultimi giorni il trasporto di polveri dalla Pianura Padana spiega il valore anomalo, non tanto legato ad eventi locali”.

Fattore aumentato il giorno seguente, giovedì 26 ottobre: “Il giorno dopo – sempre secondo i risultati dell'Arpa – sono arrivate le polveri degli incendi in Val di Susa. Se il 25 ha portato valori alti, non sono come quelli del 26. Alla centralina di Donnas infatti il PM10 ha registrato una media di 83 μg/m³, e di 53 μg/m³ ad Aosta, quando la media è di 20. Per il benzo[a]pirene non abbiamo rilievi perché serve il filtro da portare in laboratorio, ma è molto probabile ci siano valori più alti”.

Benzo[a]pirene che resta un problema per la qualità dell'aria aostana: “Classificato come cancerogeno dall'Organizzazione mondiale della Sanità – prosegue il report Arpa – il suo valore obiettivo definito dalla legge è di 2 ng/m³. Ci sono delle criticità, visto che il valore limite ha visto un superamento sia nel 2015 sia nel 2016, ed a ottobre 2017 ci saranno valori alti, quindi prevediamo un nuovo superamento”.

 

Cas, rientrato il problema le emissioni di cadmio

Dopo i valori anomali di cadmio nelle emissioni della Cogne Acciai Speciali, al centro della discussione in Osservatorio a fine giugno, è la stessa industria a spiegare come la situazione sia rientrata, e quali nuove idee sono state ipotizzate perché il problema – una ipotizzata partita anomala di rottami portata dai fornitori – non si ripresenti: “Ci stiamo concentrando sun controllo diverso – spiega Claudia Sacchetto di Cas – e ad oggi, dopo l'evento anomalo dell'anno scorso, abbiamo verificato il rientro dei valori ed una situazione assolutamente sotto controllo. Non volevamo ci fosse questo materiale tra le nostre forniture, diciamo che ci è stato 'rifilato'. Abbiamo monitorato la presenza di cadmio per anni, è questo problema si è verificato solo l'anno scorso”.

A livello di controlli, di concerto con l'Amministrazione regionale, la Cogne sta lavorando con Arpa per ridurre i tempi di analisi ed una sperimentazione – ad accennarlo è sempre Sacchetto – che dopo un periodo di prova, vorrebbe installare nel camino un misuratore in continuo per rilevare eventuali valori anomali sui metalli pesanti, e sul cadmio in particolare, oltre all'attivazione di un controllo dei rottami in ingresso attraverso un protocollo particolare per cercare di ridurre al massimo le forniture anomale.

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