Pause sul lavoro addio? La legge “Madia” irrompe nella Sanità pubblica

Preoccupati i sindacati: "su 7 ore e di servizio - spiega Dodaro, Uil - dieci minuti di pausa sono ‘psicofisici’". Dopo il vertice con l'Azienda il Direttore generale Usl Rubbo chiude: "È una legge, non ci sono spazi di deroga".
Ospedale Parini
Economia

Fa discutere, all’Ospedale Parini, l’applicazione della cosiddetta “Legge Madia”, la norma statale di riforma della Pubblica amministrazione entrata in vigore ufficialmente il 28 agosto 2015.

A partire dai sindacati, che puntano il dito sui risvolti che la legge – che nel tempo ha assunto nomignoli più o meno antipatici come “decreto assenteisti” o legge sui “furbetti del cartellino” – porterebbe in una struttura articolata come l’Ospedale regionale. Sigle sindacali che lamentano anche l’atteggiamento della dirigenza del Parini che, ai primi di novembre, ha attivato un corso di formazione apposito per spiegare come la “Madia” si applicherà.

In mezzo c’è il malcontento dei dipendenti, con le pause sul posto di lavoro praticamente cancellate, e l’inserimento di un sistema che obbliga i lavoratori a chiedere un permesso, cambiarsi e “stimbrare” il cartellino anche solo per una pausa di pochi minuti. “Secondo la normativa – spiega Natale Dodaro, Uil Fpl – dovremmo riempire l’Usl di macchinette per timbrare, ma l’Ospedale ha delle dinamiche diverse, con molti servizi a domicilio e professionisti che si spostano di continuo, anche in altri presìdi. L’Ospedale non è in grado di recepire in maniera corretta la legge Madia, cha altro non è che ciò che il contratto prevede già, con i diritti e i doveri dei lavoratori, la verifica di timbratura e le giustificazioni di assenza”.

Manca, stando a Dodaro, la concertazione: “La Direzione non può togliersi le responsabilità con un corso di formazione”. Ma, a suo dire, gli errori sono molti altri: “Posso anche essere d’accordo che si imponga di far fare la pausa caffè in borghese a medici e infermieri – prosegue il sindacalista – ma abbiamo anche la mensa condivisa, ed il bar dell’Ospedale è nato come spazio di connessione con le famiglie, un luogo sociale di condivisione. Non tutti i reparti, poi, hanno gli spogliatoi, molti sono centralizzati” Insomma, chiude Dodaro: “La qualità della Sanità deve essere pesata su altro: su 7 ore e 12 di servizio dieci minuti di pausa sono ‘psicofisici’ anche solo per prendere aria, fare pipì o fumare una sigaretta. La legge deve individuare chi sbaglia e ne approfitta, non ‘sparare nel mucchio’. Se guardiamo gli straordinari dei dipendenti Usl vediamo in fretta quanta mole di lavoro facciano in realtà tutti i giorni”.

Per sbrogliare la matassa, questa mattina, Sindacati e Direzione si sono incontrati ,a Dodaro resta scettico: “L’Azienda Usl emanerà una circolare – spiega –, ma come sindacati siamo preoccupatissimi, non penso che questo sistema riuscirà a recepire la ‘Madia’”.

Recepimento, però, che non è in discussione, come spiega il Direttore generale dellUsl Igor Rubbo: “È chiaro che la ‘legge Madia’ ha ripreso un quadro normativo già esistente inasprendo le sanzioni, ma non c’è nulla di nuovo salvo il fatto che anche chi controlla è soggetto alle stesse sanzioni nella misura in cui è inadempiente nello stesso controllo”.

Obtorto collo o meno, insomma, la legge è legge, e Rubbo lo scandisce a chiare lettere: “Non ci sono spazi per recepire ‘meno’ una legge o spazi di deroga. E l’Azienda non può e non intende derogare gli obblighi normativi. Possiamo ricordare quali siano, per questo emaneremo un’altra circolare, ma non possiamo derogarli in nessun modo”.

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