Mouv’ chiude la campagna, tra jazz e stoccate a Rollandin

Il movimento autonomista si è incontrato al De la Ville di Aosta per uno dei suoi ultimi appuntamenti elettorali. Sono intervenuti soltanto Mauro Caniggia Nicolotti e Luciano Caveri, duri sulle inchieste che coinvolgono l'ex presidente.
Andrea Perosino e Claudine Brunod
Politica

La campagna di Mouv' era cominciata con la promessa di 100 incontri nel giro di poco più di un mese in tutti i Comuni valdostani e il “coordinatore di peso” del movimento – com'è stato presentato prima di salire sul palco del Cinéma De la Ville – Mauro Caniggia Nicolotti, ha subito rivendicato il risultato ottenuto, concedendosi anche lui una battuta sulle vicende di cronaca giudiziaria di questi giorni che stanno coinvolgendo l'Union Valdôtaine e, in particolare Augusto Rollandin: “È stato come un turbinio – ha detto – il nostro, più che un Tour, è stato un Tor”.

La serata, presentata da Andrea Perosino e Claudine Brunod, è scivolata volutamente rapida, poco più di un'ora e mezza in tutto, con l'aiuto anche dei numerosi intermezzi e accompagnamenti del trio jazz composto da Sara D'Angelo, Davide Meloni e Alberto Moretto e i soli interventi politici di Caniggia e di Luciano Caveri.

Un certo spazio è stato dato anche alla presentazione dei 35 candidati: niente ascesa sul palco e interventi, ma solo una ripresa live con telecamera, con la faccia proiettata sullo schermo e un breve resoconto, fatto dai conduttori, del curriculum lavorativo e politico.

Il nocciolo di Mouv' è composto da ex Uvp, fuoriusciti durante la scorsa legislatura, in disaccordo con i vari ammiccamenti e alleanze del Leone dorato con l'Union Valdôtaine, ma nella sua lista ha raccolto elementi tali da coprire quasi un intero arco costituzionale: da ex Pd e sinistra, a ex 5 Stelle, ma anche imprenditori, cattolici e, l'ultimo arrivato da Uvp, ma in un secondo tempo rispetto agli altri, l'ex presidente del Consiglio Valle Andrea Rosset.

Né Nicolotti, né Caveri hanno risparmiato attacchi alle forze avversarie, 5 Stelle, Lega e, in testa, Union. Il primo se l'è presa in generale con “la pletora di big che in questi ultimi giorni saranno portati su dai partiti nazionali e che verranno a dirci come votare”. “Fa specie – continua Caniggia – perché siamo capaci a votare anche senza che ce lo spieghino loro e poi, quando servono soldi per la nostra autonomia, non si vedono mai, vengono solo a chiedere voti”.

Il discorso di Caveri, che si è aiutato con una valigia sul palco, dal quale estrarre oggetti che gli permettessero di introdurre nuovi temi, è andato spesso a battere sulle vicende giudiziarie dell'Union. Prima, ha avanzato dubbi sulla reale indipendenza dell'operato dell'assessore alla Sanità Uvp, Luigi Bertschy, dall'azione dell'allora consigliere semplice Rollandin e del primario e candidato Uv Flavio Peinetti. Poi, ha rievocato la vicenda che riguarda il titolare del Caseificio valdostano Gerardo Cuomo e la separazione di Emily Rini dal marito.

Poi, estratta una girandola per innaffiare, “ma avrei voluto portare sul palco una turbina cinese”, Caveri ha introdotto il tema del Cva: “Qualcuno dice che sarà il nuovo Casinò – ha spiegato – ma con Cva l'azione voleva essere più sottile, ovvero quotarla in borsa e avere così tanti milioni di euro da spendere in campagna elettorale”. “Piuttosto – ha affermato – bisogna pensare ad un altro modo per cui, alla scadenza delle concessioni sulle acque, queste siano di nuovo riconosciute all'azienda senza che se la debba contendere con dei privati in una gara”.

Caveri ha estratto dalla valigia anche la bandiera valdostana: “Il nostro non è un nazionalismo cattivo e trovo il successo della Lega inspiegabile – ha detto – per me è impensabile che ci siano persone che vengono dalla tradizione autonomista che decidano di andare a braccetto con Casapound”. Infine, quella europea: “Dobbiamo avere un'idea ben chiara di cosa è capitato al nostro Paese e di cosa capiterebbe, se non ci fosse l'Europa”.

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