Le inchieste giudiziarie non congelano solo i patrimoni degli amministratori

A rischio paralisi anche l'attività amministrativa. Diversi i consiglieri regionali, coinvolti e non nell'inchiesta della Corte dei Conti, intenzionati a non votare più nessun atto "sensibile".
Il Consiglio regionale
Politica

Le inchieste giudiziarie hanno messo fine anticipatamente alla legislatura? Quando mancano più solo due adunanze del consiglio regionale, in diversi pensano che lo stallo amministrativo sia diventato da ieri realtà. 

Sul tavolo della Giunta regionale dovrebbe infatti arrivare una variazione di bilancio da almeno 50 milioni di euro per far fronte all'ormai nota richiesta di 100 milioni dello Stato, contenuta nell'ultima Legge di Stabilità. Finanziaria Gentiloni, votata dal senatore Albert Lanièce e che a sorpresa, la scorsa settimana, la Giunta ha deciso di impugnare davanti alla Consulta. 

La citazione in giudizio prima, e ieri il sequestro conservativo di beni e conti correnti ai 21 consiglieri ed ex, coinvolti nell'inchiesta della Corte dei Conti, sta portando diversi esponenti di maggioranza a dire che a votare quell'atto "non ci pensano proprio". 

Il 28 dicembre nel congelare i 100 milioni di euro, la Regione aveva previsto "che, per l’anno 2018, eventuali maggiori entrate, anche derivanti dalla distribuzione di utili o di riserve da parte di società partecipate o controllate, rispetto agli stanziamenti iscritti in previsione dei singoli capitoli siano destinati con legge regionale all’accantonamento aggiuntivo” ma anche per la “contestuale riduzione delle limitazioni alle autorizzazioni di spesa”. Proprio l'idea di tornare a "pescare" dalle partecipate per poter confermare le promesse fatte con l'ultimo bilancio regionale, sembra spaventare maggiormente i consiglieri, visti anche i recenti richiami della Corte dei Conti. L'ultimo proprio in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, quando il Procuratore Roberto Rizzi aveva parlato di “voracità della Regione” nei confronti di Cva, definita un “salvadanaio sorprendentemente pingue”.

Ai consiglieri regionali restii a votare quell’atto, si aggiunge poi il malcontento degli assessori che con questa variazione dovranno rinunciare – a pochi mesi dalle elezioni regionali – a importanti risorse, peraltro al momento solo sulla carta. Il rischio che il disegno di legge, quindi, slitti alla prossima legislatura esiste, con conseguenze per l’apparato amministrativo ancora difficili da prevedere. 

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