La Regione affitta i negozi chiusi e gli imprenditori cinesi rispondono

Nelle settimane scorse la Regione ha messo all’asta i locali al pianterreno del Palazzo Cogne. A farsi avanti con la Regione per l’immobile sono stati in 4: una società italiana e ben tre cinesi. Proprio una di queste si è aggiudicata l'asta.
Economia

Mentre le associazioni di categoria denunciano le conseguenze della pressione fiscale sul commercio, arrivando ad organizzare proteste come la serrata di lunedì 9 dicembre, a Pont-Saint-Martin, c’è chi nel silenzio e lontano dalle luci della ribalta mediatica si sta sostituendo alle tante attività chiuse per crisi. Stiamo parlando dell’imprenditoria cinese che, come segnalava soltanto pochi giorni fa il Sole 24 Ore in Valle d’Aosta, registra il tasso più elevato di crescita. Dal 2008 al 2012 la variazione è stata del +72,2%, rispetto a una media italiana del +34,7%.
L’ultimo caso è di questi giorni. Nelle settimane scorse la Regione ha messo all’asta i locali da 204 metri quadrati al pianterreno del Palazzo Cogne, in corso Battaglione Aosta, 26, angolo via Giorgio Elter. Il negozio, chiuso da tempo, per anni è stato occupato da attività di rivendita di articoli sanitari. Il bando fissava un prezzo di affitto base di 1500 euro al mese per nove anni di contratto, con aumenti minimi in sede di gara di 60 euro.
A farsi avanti con la Regione per l’immobile sono stati in quattro: una società italiana e ben tre cinesi. Proprio una di queste – He Cheng Guang – si è aggiudicata i locali con un’offerta di 2000 euro e, se gli ultimi controlli in capo alle strutture regionali daranno esito positivo, nelle prossime settimane ci sarà la firma del contratto con la successiva consegna delle chiavi. L’imprenditore, che al momento non vuole parlare, ha comunicato alla Regione l’apertura di un negozio di casalinghi e abbigliamento.
Un’altra impresa cinese era arrivata a proporre anche 2100 euro al mese ma, una volta arrivata l’aggiudicazione, ha rinunciato lasciando quindi posto al secondo arrivato.

Per la Regione non sarà il primo locale affidato in concessione ad un imprenditore cinese. Già nel 2009 un’analoga asta per un negozio in via Porta Pretoria fu aggiudicata ad un cittadino cinese. In quell’occasione però fra le quattro offerte arrivate, solo una, la più alta era da parte di un imprenditore cinese.

Secondo i dati della Fondazione Leone Moressa, istituto di studi e ricerche dell’Associazione Artigiani e Piccole imprese di Mestre sono 56 mila gli imprenditori cinesi attivi in Italia che costituiscono il 9,5% del totale degli imprenditori stranieri. Le attività maggiormente gestite da cinesi sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio (40,0%), le attività manifatturiere (30,3%) e le attività di ristorazione (20,4%).
 

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