La crisi del Casinò fra debiti e ipotesi di ricapitalizzazione. “Da marzo a rischio gli stipendi”

L’Assessore Ego Perron vorrebbe vincolare i 28,6 milioni di euro al Casinò al fondo di riserva di Finaosta, ipotesi contro cui la minoranza e buona parte della maggioranza sono pronti a dare battaglia.
Politica

L’annuncio dei giorni scorsi dell’Assessore Perron e del Presidente della Regione di voler stralciare il comma 2 dell’articolo 19 della finanziaria regionale, che destina nuove risorse alla Casa da gioco, non è servito a calmare le acque in maggioranza. L’accordo sull’emendamento che doveva dar gambe alla decisione non è stato ancora trovato. L’Assessore Ego Perron vorrebbe vincolare i 28,6 milioni di euro al Casinò nel fondo di riserva di Finaosta, ipotesi contro cui la minoranza e buona parte della maggioranza sono pronti a dare battaglia.
“La soluzione Perron è la stessa della scorsa volta, ora anche i colleghi di maggioranza scoprono le balle di Perron. La scelta della giunta è di andare avanti alla stessa maniera, con tutti quei soldi” dice all’uscita della II Commissione Albert Chatrian di Alpe. “È stata una presa per i fondelli perché così quello che esce dalla porta entra dalla finestra” gli fa eco Elso Gerandin del gruppo misto. 

Il lungo pomeriggio di confronto sul Casinò si era aperto con l’audizione del collegio sindacale durata oltre un’ora e trenta. “Ci è stato spiegato che con le attuali stime di perdita del bilancio 2016, intorno ai 16 milioni di euro, sarà necessario ricapitalizzare” dice Roberto Cognetta del M5S “La legge approvata nel 2009 permette loro di chiedere indietro tutti i soldi che sono stati spesi per la ristrutturazione, ovvero 125 milioni di euro, finora abbiamo già dato loro 60 milioni di euro. Certo possono chiedere ma noi non siamo obbligati a dare”.  Altri dati vengono snocciolati da Chatrian: “Abbiamo appreso come l'esposizione debitoria del Casinò è di 75 milioni di euro: 12 da aperture di credito, 53 per i mutui, 9 da fatture da onorare. A fine marzo scade un grosso fido da 5 milioni e dei soldi dell'azionista vanno messi, altrimenti il Casinò non riuscirebbe a pagare stipendi o fornitori, è crisi di liquidità".

Oltre al collegio sindacale davanti alla II Commissione è sfilato Edo Chatel, consulente della Casinò. Non c’è stato spazio invece per ascoltare i vertici della casa da gioco, l’amministrazione unico Lorenzo Sommo e il direttore Gianfranco Scordato. “Finché non avremo chiaro se e che tipo di intervento ci sarà – dice Scordato prima di abbandonare il primo piano di palazzo regionale – continuiamo con il nostro piano, partito l'anno scorso, indipendentemente se ci saranno altre risorse”.

Domani mattina l’Assessore Perron tornerà in II Commissione con in mano l'emendamento sul Casinò. Se non si troverà la quadra la prossima seduta del Consiglio, dedicata all'approvazione del bilancio regionale, potrebbe diventare per la Giunta un campo minato dove le mine da evitare saranno gli emendamenti che arriveranno, non solo dalla minoranza.

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