La Corte d’Appello di Torino ha ribaltato il verdetto di primo grado e, per la giustizia, il rogo sul tetto di uno degli stabili Arer, in località Croix-Noire ad Aosta, non ha alcun colpevole. Per quell’incendio, risalente al 18 luglio 2011 e che causò l’evacuazione di ventiquattro famiglie e danni in quattro alloggi Erp, il Tribunale di Aosta aveva condannato, nel 2013, ad un anno di reclusione, il titolare di una ditta individuale. L'uomo, nel giorno in cui si sprigionarono le fiamme era impegnato, assieme ad un suo dipendente eporediese (assolto), in un intervento di manutenzione su un pannello solare sul tetto.
Nel secondo grado di giudizio, chiusosi oggi, lunedì 5 marzo, nel capoluogo piemontese, Alberto Carta, 47 anni di Chiaverano (Torino), è stato assolto perché “il fatto non sussiste” dall’accusa di incendio colposo. La difesa dell’artigiano, assistito dall’avvocato Corinne Margueret del foro di Aosta, grazie anche a deposizioni in aula, ha puntato sulla dimostrazione che da quell’opera di dissaldatura, effettuata con un cannello a gas, non erano, com’è nella norma per quel genere di lavori, scaturite scintille.