Aosta, la Lega chiede il divieto di entrare nei luoghi pubblici a volto coperto

Il Carroccio presenterà nel prossimo consiglio comunale una mozione che ricalca il decreto "anti-burqa" adottato dalla Lombardia prima, dal Veneto e la Liguria in seguito: "una persona totalmente velata può rappresentare un pericolo per la sicurezza".
Politica

Il provvedimento, in altre Regioni come la Lombardia, è già attivo da poco più di due anni – era il dicembre 2015 – e la proposta ora sbarca anche in Consiglio comunale ad Aosta. Ed è destinata a far discutere.

I giornali allora lo ribattezzarono “decreto anti-burqa”, l’atto approvato dalla Giunta Maroni che proibiva l’accesso a volto coperto nelle strutture che dipendevano direttamente dal “Pirellone”, come le Asl, gli ospedali e le sedi consiliari. A marzo 2017 un analogo provvedimento fu invece varato dalla Giunta Toti in Liguria, così come in Veneto e, recentemente, il divieto di indossare il burqa nei luoghi pubblici è stato approvato dal Consiglio comunale di Genova, su mozione della Lega.

Ora, il Carroccio nostrano presenterà un atto simile nel prossimo Consiglio comunale di Aosta, che si terrà mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio. Nella mozione presentata a firma dei consiglieri Nicoletta Spelgatti, Andrea Manfin e Étienne Andrione (Gruppo misto di minoranza) si legge che “una persona totalmente velata, non essendo riconoscibile, può rappresentare un pericolo per la pubblica sicurezza in quanto può non essere in verità chi dichiara di essere, serbando intenzioni criminali”, ma anche che “il disprezzo nei confronti delle donne crea le basi culturali per le più odiose forme di violenza di genere, tra le quali lo stupro ed il femminicidio”.

Un disprezzo, stando alla mozione, insito in un “Islam radicale” che “non ha alcun rispetto della donna né tantomeno alcun riguardo alle pari opportunità: infatti in gran parte del mondo musulmano la donna viene antropologicamente considerata inferiore all’uomo, tanto che nelle famiglie di stretta osservanza islamica la donna, sia essa moglie o figlia, subisce da parte della componente maschile familiare le più pesanti angherie ed è spesso costretta a velarsi integralmente”.

Su questo la Lega si rifà – tra le altre norme – al Regio Decreto del 18 giugno 1931 (il “Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza”) che vieta il “comparire mascherato in pubblico” e spiega che “oggigiorno la diffusione dell’Islam radicale sta rendendo sempre più frequente, anche nel nostro Comune, la presenza in luoghi pubblici o aperti al pubblico di donne velate con burqa e niqab, le quali sono, a questo modo, totalmente irriconoscibili”.

L’impegnativa della mozione della Lega chiede al Sindaco Centoz e alla giunta di “vietare di entrare nei locali pubblici comunali con volto coperto, anche attraverso affissioni di informazioni che invitino al rispetto delle norme a difesa della pubblica sicurezza ed alla tutela della dignità della donna” e di stabilire – via ordinanza – che “qualora in un locale pubblico comunale si presentasse una persona con volto coperto, sia immediata la richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine competenti al fine di procedere con la tempestiva identificazione”.

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