Affaire Longarini, gli imputati ammessi al rito abbreviato. L’ex pm sarà sentito in aula

Si è tenuta oggi, al Tribunale di Milano, l’udienza preliminare per i tre imputati di induzione indebita a dare o promettere utilità. A Longarini contestati anche la rivelazione di segreto d’ufficio e il favoreggiamento. Prossima udienza il 26 ottobre.
palazzo giustizia Milano
Cronaca

E’ stata accolta, dal Gup del Tribunale di Milano Guido Salvini, la richiesta di ammissione al rito abbreviato avanzata dai legali dell’ex pm di Aosta Pasquale Longarini, dell’imprenditore alimentare Gerardo Cuomo e del titolare dell’Hotel Royal e Golf di Courmayeur, Sergio Barathier. Lo si è appreso al termine dell’udienza preliminare, tenutasi nel pomeriggio di oggi, martedì 10 luglio. Le accuse che il pubblico ministero Guido Polizzi muove ai tre sono di induzione indebita a dare o promettere utilità, cui si aggiungono – solo per il magistrato oggi in servizio come giudice civile al Tribunale di Imperia, a seguito del reintegro da parte del Csm – la rivelazione di segreto d’ufficio e il favoreggiamento.

Nel caso di Longarini, difeso dagli avvocati Claudio Soro del foro di Aosta e Anna Chiusano di Torino, l’istanza di accedere al giudizio abbreviato era condizionata all’esame in aula dell’imputato. Il Gup lo ha fissato per la prossima udienza, in calendario per il 26 ottobre. Le difese di Barathier (assistito dai legali Jacques Fosson e Fulvio Simoni) e Cuomo (avvocati Maria Rita Bagalà e Gilberto Lozzi) non hanno invece posto condizioni nel chiedere il giudizio alternativo. Pertanto, a parte l’interrogatorio cui sarà sottoposto Longarini (oggi presente all'udienza, assieme all'imprenditore del settore alimentare), non vi sarà dibattimento, né verranno sentiti altri testimoni. Seguiranno la requisitoria dell’accusa e le arringhe dei difensori, quindi il verdetto. Con l’ammissione al rito abbreviato, in caso di condanna, la pena comminata all’imputato viene diminuita di un terzo.

Quello giunto ad udienza preliminare oggi è il primo filone di indagini scaturito dall’arresto dell’ex pm, avvenuto il 30 gennaio 2017, quand’era procuratore capo facente funzione dell’ufficio inquirente aostano. Nella tesi della Procura meneghina, riassunta nel capo d’imputazione, Longarini, "abusando delle sue qualità o dei poteri di pubblico ufficiale" in quanto stava trattando "un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati, in accordo con Cuomo, sollecitava" il primo "ad effettuare forniture di prodotti dal Caseificio valdostano", il cui titolare è Cuomo, per l'hotel di lusso. Operazione andata a buon fine in quanto, si legge ancora: "in effetti Barathier procedeva, assumendo ordini del valore di circa 70-100 mila euro".

Relativamente, invece, alle accuse mosse al solo Longarini, per il pm Polizzi, “in qualità di pubblico ministero di Aosta”, il magistrato avrebbe aiutato “Gerardo Cuomo ad eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino” in un “procedimento penale” in materia “di criminalità organizzata, rivelandogli, in violazione dei doveri inerenti alle funzioni, il fatto di essere questi sottoposto ad intercettazioni telefoniche, informazione che il pm di Aosta aveva appreso dai Carabinieri di Aosta per ragioni del proprio ufficio, in quanto titolare di procedimenti collegati”.

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