Affittacamere abusivi, l’allarme degli albergatori: “Servono controlli e regole condivise con tutti”

Qualche dato sul sommerso turistico degli appartamenti in affitto arriva da Alessandro Nucara di Federalberghi: "Un business vero e proprio, solo il 14% risultano stanze private ed il resto sono appartamenti in cui non abita nessuno".
La tavola rotonda sul Turismo e la Legalità
Società

Le regole per combattere l'abusivismo ci sono, l'importante è riuscire a fare i controlli e a farle rispettare. Questo quanto uscito dalla Tavola Rotonda 'Turismo e Legalità' organizzato questo pomeriggio dall'Adava, l'Associazione degli Albergatori della Valle d'Aosta, all'Hotel Duca d'Aosta di Piazza Narbonne.

Il campo d'indagine è quello, vario e spesso incontrollato, delle camere in affitto: “La stagione di quest'anno è stata da incorniciare – ha spiegato il Presidente Adava Filippo Gérard – ma chissà quante presenze non sono state conteggiate per gli utenti non registrate, con questa esplosione dell'abusivismo. Noi chiediamo di riuscire ad avvicinarci tutti allo stesso mercato con le stesse regole, perché i nostri associati non possono sopportare di essere gli unici controllati”. Anche perché, sempre secondo Gérard: “ Non siamo per il 'protezionismo', ma serve un'offerta che sia serena per tutti, e una legge regionale da ammodernare”.

Qualche dato sul sommerso turistico arriva da Alessandro Nucara, Direttore generale della Federalberghi nazionale, che ne fotografa anche la complessità: “In Valle al 4 agosto erano presenti 1382 tra appartamenti, B&B, una dimensione importante che sfugge ai censimenti. Tripadvisor ne segnala invece 1313, mentre secondo l'Istat i servizi extra-alberghieri, che comprendono anche i campeggi, sono 350”. Ma non solo: “Spesso si racconta la favoletta degli 'alloggi condivisi', ma è un business vero e proprio con un sommerso consistente che crea danni a tutti, non solo agli albergatori ma a tutta la comunità. Solo il 14% risultano stanze private, il resto sono appartamenti in cui non abita nessuno, un'attività legittima se fatta in regola, e non sono attività occasionali: il 76% degli alloggi è disponibile per più di 6 mesi l'anno. E spesso chi li propone non ne ha solo uno, ma tre, quattro, cinque. In Italia è stato scoperto un proprietario che ne aveva 550”.

Alla radice del problema c'è la mancata registrazione degli utenti di queste strutture, entro 24 ore, alle Forze dell'Ordine: “Devono farla anche i gestori o gli affittuari di appartamenti per vacanza – spiega invece il Questore Pietro Ostuni – ed è importante la sensibilizzazione, perché la normativa c'è e bisogna spingere le persone a rispettarla, non c'è un vuoto normativo. Le strutture collegate al servizio alloggiati web della Polizia sono 1219, di queste 191 sono affittacamere, 135 appartamenti per uso turistico e 28 sono di gestione di appartamenti. Dal 10 settembre in poi, però, abbiamo avuto 33 richieste di locazione al sito in cui registrare i clienti, simbolo che la vostra opera sta sortendo già gli effetti desiderati”.

Sulla stessa linea anche l'Assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz, che lancia una proposta: “La legge regionale 11 è del 1996 – ha commentato – ma regolamenta con precisione i B&B, gli affittacamere e gli appartamenti per le vacanze. Chi ha voglia di fare le cose in regola ha le leggi a disposizione e non ci sono limiti per poterla esercitare correttamente. Si potrebbe anche pensare di applicare la Tassa di soggiorno anche alle strutture che oggi sfuggono perché sono locazioni turistiche a tutti gli effetti. Certo è che la sharing economy sta cambiando molto il mondo, e siamo ancora in una 'terra di mezzo'”.

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