100 anni di Cogne Acciai Speciali, 15 mila visitatori nello stabilimento aostano

L'azienda ha aperto le porte ai visitatori, per festeggiare il suo centenario. Centoz: "Aosta è tale grazie alla Cogne". Marzorati: "Pronti a nuovi investimenti nell'automobile e l'aerospaziale".
Il sindaco Centoz saluta la celebrazione dei 100 anni
Economia

"Aosta è indissolubilmente legata alla sua fabbrica e oggi non avremmo questa città senza questa azienda siderurgica". Il sindaco di Aosta Fulvio Centoz ha insistito molto sull'impatto dal punto di vista geografico e urbanistico che la Cogne Acciai Speciali ha avuto nei confronti del Capoluogo. L'azienda, che dai primi anni '90 è guidata dalla famiglia svizzera Marzorati, tra ieri e oggi festeggia i suoi 100 anni dalla fondazione, aprendo le sue porte a chiunque voglia visitare lo stabilimento.

Dalle 9 di questa mattina, un'enorme folla di visitatori, 15 mila in tutto, ha percorso l'area e i capannoni a nord dello stabilimento, dall'entrata che si affaccia su via Paravera, passando oltre il ponte sul torrente Buthier interno alla fabbrica, per uscire dall'accesso su via Valli Valdostane.

Il sindaco è intervenuto all'apertura dei cancelli, ricordando l'importanza come presenza fisica Cogne Acciai Speciali che, contando anche l'area a sud di via Lavoratori Vittime del Col du Mont, corrisponde ad un sesto della superficie totale di Aosta. "Nel nel 1948 gli operari della erano 9 mila e 419 – racconta Centoz – circa la metà degli abitanti di allora della città".

Sono stati ricordati "le migliaia di uomini e donne passati da qui, che hanno lasciato una traccia che va ben oltre queste mura": compresi, durante la benedizione del vescovo di Aosta Franco Lovignana, coloro che in questo secolo di storia hanno perso la vita sul lavoro.

Parlando di Cogne Acciai Speciali, non si è potuto non menzionare il quartiere Cogne, quartiere operaio nato, concepito e sviluppatosi su spinta dell'azienda: "grande come l'80 per cento della città all'interno delle mura romane", ha sottolineato il sindaco. Anche la linea ferroviaria Aosta – Pré-Saint-Didier, ora chiusa, nasce dall'impulso del comparto siderurgico. "Visivamente l'area industriale della Cogne impedisce da ormai un secolo ai cittadini aostani la vista della Dora Baltea – continua Centoz – creando con la ferrovia una netta cesura tra la città e il fiume che faticosamente si sta cercando di costruire".

Nelle prospettive e nel futuro dell'azienda, che oggi occupa stabilmente 1020 persone, si inserisce il "Progetto Cogne 2016", un protocollo d'intesa recentemente tra azienda, Regione e Aosta, che riguarda appunto l'impatto ambientale ed estetico delle nuove costruzioni e le problematiche della viabilità. Non solo però, perché si continua a ragionare anche sul modello di sviluppo industriale: "L'obiettivo è quello di trasformare l'azienda sempre di più da una produzione di progetti standard a quella di prodotti speciali – spiega il presidente Cas Roberto Marzorati – nei prossimi due-tre anni si punterà ancora di più sull'automobile e l'areospaziale".

Un'area di mille metri quadri, chiamata "Piccola fucina", dovrà essere recuperata per il collaudo e lo stoccaggio di nuovi acciai inox e super leghe, rivolti al mercato chimico, energetico e all'aerospace: "Noi siamo ansiosi di fare investimenti in nuovi macchinari nei prossimi 2-3 anni – afferma Marzorati – e speriamo che Vda Structure (la partecipata regionale proprietaria delle mura dello stabilimento, ndr) sia più rapida nel ristrutturare l'area".

Oltre all'apertura della fabbrica di oggi, i festeggiamenti hanno coinvolto ieri i locali della Cittadella dei giovani, dove sono stati premiati con il titolo di “Ancien Travailleur Cogne” cinque ex dipendenti: Alberto Jammaron, Lorenzo Rotta, Nelly Perino, Paolo Piassot e Serafino Parenti. Nella stessa occasione, il “Premio Fedeltà Cogne” è stato consegnato ai dieci dipendenti con maggiore anzianità di servizio: Saverio Sergi, Franco Bagnoli, Marco Ruffino, Claudio Cerise, Walter Spigolon, Charmé Henriet, Giorgio Baruzzi, Antonietta Baggio, Luana Salzone e Monica Pirovano.

I nuovi investimenti sulla produzione, secondo Marzorati, "non prevedono chissà quale aumento dal punto di vista numerico dei nostri impiegati, ma un aumento di specializzazione dei già occupati: l'idea è di far diventare gli attuali operai dei tecnici".

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