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Terremoto, dalla Valle partite tre unità cinofile dei Vigili del Fuoco e del Sav /VIDEO

"Nella riunione di questa mattina cercheremo di capire quali altre azioni mettere in campo nell’immediato per prestare soccorso alla popolazione colpita dal terremoto" spiega Rollandin.
Cronaca

La Valle d'Aosta si attiva per il violento terremoto che ha colpito nella notte il Centro Italia provocando numerose vittime e feriti. Il sistema di Protezione civile della Valle d'Aosta è in contatto costante da questa mattina con Il Dipartimento della Protezione civile e il Sistema delle Regioni per valutare, il fabbisogno di uomini e mezzi utili alla risposta all'emergenza in atto.

Al momento due unità cinofile dei Vigili del Fuoco, specializzate nella ricerca su macerie sono già partite con l’elicottero della Protezione civile alla volta di Accumoli, paese al momento non raggiungibile via terra. Un'altra unità cinofila polivalente del Soccorso alpino valdostano è partita poco dopo. Farà scalo all'aeroporto di Levaldigi, in provincia di Cuneo, per caricare altre due unità cinofile del soccorso alpino piemontese. 

I due velivoli, ormai praticamente a destinazione (sono necessarie circa tre ore di volo), una volta atterrati resteranno nelle terre colpite dal sisma. “Si tratta – ha spiegato il Capo della Protezione civile regionale, Silvano Meroi – di mezzi specificamente attrezzati per il volo in montagna e possono operare in sicurezza in quelle zone, per interventi di Protezione civile: il trasporto dei soccorritori, ma anche di materiali”. Mezzi aerei e unità cinofile rappresentano il contributo della Valle “per il superamento della primissima fase dell’emergenza”, dopodiché “la situazione verrà monitorata e vedremo le ulteriori esigenze”.

Delle ipotesi di attività future si è comunque cominciato a ragionare nel corso di una riunione del Comitato regionale della Protezione civile, tenutasi in aeroporto in tarda mattinata. “Ci sembrava corretto – ha spiegato il presidente della Regione, Augusto Rollandin, che l’ha presieduta – informare i rappresentanti delle varie forze dell’ordine e istituzioni delle decisioni già prese e delle proposte d’intervento”. Gli aiuti delle Regioni sono coordinati dalla Provincia autonoma di Trento, alla quale la Valle ha proposto l’invio e l’attivazione di una cucina da campo, con una struttura per somministrare i pasti, e di un modulo telecomunicazioni.

Parlando ai cronisti di quest’ultimo, Meroi ha spiegato trattarsi del mezzo “che usiamo anche nella regione per le attività di ricerca e può supplire un Centro Operativo Comunale, sia dal punto di vista della logistica, sia per sostituire la telefonia fissa e mobile che è saltata”. Sarà tuttavia il coordinamento di Trento – una volta ricavata l’esatta entità del fenomeno, sia in termini di viabilità venuta meno, sia di persone coinvolte – a dire “se, come e quando entrare in azione. Siamo in continuo contatto e aggiorneremo la situazione”.

L’aspetto della valutazione complessiva delle disponibilità di tutte le regioni, da comparare alle esigenze reali, secondo il presidente Rollandin, è cruciale: durante la riunione del Comitato è stato chiarito, tra l’altro, che la richiesta di sangue in Lazio rimbalzata attraverso i media alcune ore fa non è reale, ma frutto probabilmente di un cortocircuito nella comunicazione. “O le richieste vengono confermate, – ha spiegato – oppure diventa il caos, perché nel caso dell’Aquila si sono visti benissimo i punti deboli di questa ‘voglia di fare’, che è ottimale, ma va coordinata. Se non lo è, rischia di avere l’effetto opposto”.

 


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