Una giornata di ricerche del cadavere avvistato sul Monte Rosa, ma l’esito è negativo

Le guide del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza hanno condotto, ieri, mercoledì 9 maggio, delle operazioni su una vasta area. Si ritiene, con buona probabilità, si tratti dell’escursionista russa dispersa dal 28 aprile.
Le operazioni di ricerca sul Monte Rosa.
Cronaca

Guide del Soccorso Alpino Valdostano e del Sagf della Guardia di finanza di Breuil-Cervinia in azione, ieri, mercoledì 9 maggio, sul Monte Rosa. L’obiettivo della missione, condotta sia con squadre a terra, sia con l’elicottero, era la ricerca del corpo di una escursionista, avvistato da due alpinisti in difficoltà lo scorso 29 aprile. La coppia era stata recuperata dai soccorritori nella zona del Colle del Lys, a 4.200 metri, sul versante sud della montagna.

Gli uomini del Sav e del Sagf ritengono, con buona probabilità, che il cadavere sia quello della escursionista di nazionalità russa, per cui era scattato l’allarme il 28 aprile, giorno prima dell’avvistamento della salma. Le operazioni di ricerca, che si sono concluse con esito negativo, hanno interessato un’area molto vasta e a complicarle c’è il fatto che le nevicate dei giorni successivi hanno ormai coperto il corpo. Non sono emerse nemmeno nuove indicazioni utili a restringere il campo e le attività sono, pertanto, state sospese.

Dopo tre giorni di permanenza al rifugio Margherita, a 4554 metri, la donna aveva affrontato, con le ciaspole, la discesa lungo il ghiacciaio che conduce a Zermatt, in Svizzera. Si tratta, come ben sanno gli alpinisti, di un tragitto molto impegnativo, difficile da affrontare soprattutto da soli e con racchette da neve, anche perché caratterizzato da numerosi crepacci, buona parte dei quali non immediatamente visibili.

Sul suo cammino, l’escursionista aveva incontrato una guida alpina, che l’aveva fermata, consigliandole, visto l’atteso significativo peggioramento delle condizioni meteo, di ritornare indietro, oppure di fare rotta verso il Rifugio Mantova, a quota 3.495 metri. La donna, però, non vi è mai arrivata. Le guide, malgrado le avversità metereologiche (erano i giorni della tragedia di Arolla), l’avevano cercata in prossimità della capanna Gnifetti e del bivacco Balmenhorn, ma invano. Poi, la segnalazione dei due alpinisti in difficoltà, a cui altro maltempo non ha consentito di dar seguito immediatamente.

 

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